Quando TROIA era solo una città
martedì 13 dicembre ore 20.30
Vittorio Veneto, Biblioteca Civica, Piazza Giovanni Paolo I, loc. Ceneda
Scopri come il passaggio da una società matrilineare di cooperazione ad una società patriarcale di dominio assoluto, cambiò le sorti dell’umanità.
Dalla prefazione:
«Da Elena di Troia alla presunta mela di Eva, il passo è breve! Le corrispondenze tra i testi antichi di varie culture tornano anche in questa lettura, capace di aiutarci a vedere il mondo antico in una luce nuova che illumina e potenzialmente decodifica molti enigmi del mondo moderno».
MAURO BIGLINO
Un viaggio a ritroso alla scoperta del passaggio dalla società matrilineare a quella patrilineare, che ebbe il suo epilogo nella guerra cantata da Omero nell’Iliade.
Il saggio contiene una attenta e appassionata disamina del poema omerico che porta l’autrice a rivoluzionarie scoperte per aiutarci a capire il mondo antico e a decodificare i molti enigmi del mondo moderno.
Non a caso la parola TROIA è scritta, sulla copertina, tutta in maiuscolo, quasi a sottolineare come, in questo libro, si parli proprio di Troia, sia come epiteto negativo usato per offendere le donne, sia come nome proprio della città che vide le famose gesta narrate nell’Iliade.
Che cosa ha a che vedere una parola che indica, in specifico, la femmina del maiale con la città che fa da sfondo al poema di Omero?
L’autrice ci svela come questa parola si unisca, in modo indissolubile, nell’inconscio collettivo, alla figura mitica di Elena di Troia, la più bella tra tutte le donne, e che lei e non altri, sia ricordata proprio per il termine denigratorio.
Mirella Santamato ci svela come le vicende di Elena possano essere lette non solo nel modo “patriarcale” a cui siamo abituati − e cioè la storia di una donna che tradisce il marito, il quale, a ragione, conduce una guerra insieme al fratello Agamennone per riavere ciò che gli è stato rubato − ma anche e soprattutto in modo positivo, cioè come la scelta di una donna coraggiosa che si innamora perdutamente di un uomo e lo segue in capo al mondo, noncurante delle leggi e dei legami pregressi.
Una lettura rivoluzionaria alla scoperta delle origini della società matrilineare, volutamente occultate dal sistema patriarcale.
Approfondimento
Molti storici, filosofi e poeti dell’antichità, da Esiodo a Viriglio, parlavano di una “età dell’oro” la cosiddetta aurea aetas.
E se si fossero riferiti a un periodo realmente esistito?
In tal caso potremmo leggere l’Iliade non come un poema che esalta la vittoria dei forti Achei sui deboli Troiani, ma, viceversa, come la triste conclusione di un’età felice dell’umanità, in cui donne e uomini vivevano in armonia e di cui il prode Ettore, morendo in modo atroce, fa da epitome al tragico destino delle genti che veneravano le Grandi Dee della fertilità.
Da allora in poi la Guerra verrà esaltata come somma virtù e la morte degli eroi diventerà unico motivo di gloria, mentre le attività inerenti alla vita e alla conservazione della stessa, come il parto e le mestruazioni, saranno viste come le “sporche cose delle donne” che non bisogna neanche più nominare.
Nei tempi precedenti al poema omerico, le persone calcolavano il tempo sulle lunazioni e le mestruazioni delle donne, che erano considerate, per ovvi motivi, le custodi del Tempo e delle attività sacre.
Alle sacerdotesse era riservato il compito di impastare e sfornare il pane e di modellare i vari recipienti per il cibo. Nel Tempio venivano anche assistite le puerpere e, al momento del parto, si radunavano i fedeli per invocare la grazia di avere, nella comunità, un bimbo sano e vitale.
In tutte le culture, all’origine dell’universo, è sempre posta una dea, Nut per gli Egiziani, Gea per i greci, Tellus per i Romani e, in altri continenti, la Dea Bisonte Bianco (Lakota e Sioux) e la Pachamama (Inca).
Come mai noi adesso ci ritroviamo invece con un Dio Padre e con un solo figlio, anche lui rigorosamente maschio? Che cosa è avvenuto nelle menti degli esseri umani negli ultimi millenni?
Il libro svela innumerevoli riflessioni su questi temi.
Infatti, per quanto l’uomo potesse mandare a morte tanti altri uomini, a lui era vietato (e lo è tuttora) partorire la vita.
Il primo goffo tentativo di fare partorire un dio maschio nella nostra cultura è proprio quello che compie Zeus, quando, dalla testa, dopo aver inghiottito Metis che era gravida, dà alla luce Pallade Atena. Una maldestra e dolorosa prova per il povero dio greco, che dovrà subire la rottura del cranio per fare uscire dal suo corpo inadatto un altro essere.
Questo dà la misura di quanto la cosmogonia patriarcale debba snaturare e forzare le regole della natura per affermare il proprio Potere. Eppure, anche se illogico e assurdo, questo potere maschile è stato creduto vero per millenni e lo è tuttora.
Capire e interpretare in modo corretto un poema antico come l’Iliade può fare capire i processi mentali delle popolazioni di oggi? Secondo l’autrice, sì.
Senza comprendere il contenuto del seme cioè delle origini, non possiamo neanche capire l’albero e i frutti successivi.
La nostra civiltà cosiddetta occidentale è stata formata da tre grandi libri: la Bibbia, l’Iliade e l’Odissea.
Tutto il resto che è venuto dopo, in qualche modo, deriva e trae spunto da queste tre grandi opere. Senza di esse, non ci sarebbe stata la nostra civiltà.
Ecco perché decodificarle in modo corretto e scevro da pregiudizi è fondamentale per capire noi stessi.
Mirella Santamato: scrittrice, poetessa, giornalista. Laureata presso l’Università di Bologna, iscritta all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, ha collaborato per anni con alcuni settimanali e mensili a diffusione nazionale. Ha vinto numerosi premi di poesia, ha partecipato a vari programmi Rai e Mediaset. Conduce seminari di riequilibrio tra le energie maschili e femminili e di ricerca della felicità. Tiene conferenze e incontri in tutta Italia. Ha pubblicato i seguenti libri: L’altro centesimo del Cielo (Inedit 1993); Io sirena fuor d’acqua (Mondadori 1995); The Texas death Row Hotel (Phoebus, seconda edizione 2002); La Trappola Invisibile (M.I.R., seconda edizione 2000); Il Segreto della Vita (Hobby & Work, 2004); L’Uomo che non c’è – Perché l’uomo non c’è? – (Equilibrisospesi, 2005); Le Principesse ignoranti – I codici segreti delle Fiabe iniziatiche (La Nuova, 2008).