Movimenti per la pace: “Ecco la verità sulla guerra in Siria”
“Non è ciò che non sappiamo che ci mette in difficoltà, ci mette in difficoltà ciò che pensiamo fermamente di sapere ma che semplicemente non è così”
Mark Twain
Una larga delegazione di movimenti per la pace americani è stata in Siria per "verificare con i propri occhi" cosa sta realmente accadendo.
Il resoconto di questa visita è comunicato in una conferenza stampa, nel quartier generale dell'ONU a New York.
I movimenti per la pace USA: "Ecco la verità sulla guerra in Siria."
domenica 9 ottobre 2016
L'accorato appello dell'arcivescovo cattolico greco-melkita di Aleppo, mons. Jean-Clément Jeanbart
Questo è ciò che accade ad ALEPPO
"Il mondo intero è terrorizzato alla vista dell'immagine di Aleppo che i mass media in questi ultimi giorni vi hanno rappresentato. Molti dei nostri amici all'estero sono preoccupati e vogliono sentirlo da noi. Viviamo momenti tragici della nostra storia e ciò che accade continua a far soffrire Aleppo e gli Aleppini che da più di cinque anni non hanno potuto avere pace, talmente sono stati assillati e massacrati dai gruppi armati venuti da ogni parte del mondo, per condurre una sedicente guerra santa, in un paese governato (secondo loro) da atei e da infedeli!
Da cinque anni a questa parte i terroristi dettano legge, là dove le autorità civili del paese non arrivano ad essere presenti. Hanno seminato dovunque il terrore, ucciso decine di migliaia di innocenti, distrutto migliaia di fabbriche, i commerci e le istituzioni dei servizi pubblici, saccheggiato le abitazioni e rubato senza preoccupazione alcuna i beni del paese e dei cittadini.
Hanno fatto un sacco di vittime innocenti, rapito e brutalmente assassinato innumerevoli persone pacifiche, tra suore, sacerdoti e anche vescovi. Questo continua ancora oggi: questa mattina una dozzina di obici sono caduti in due delle nostre aree residenziali causando ulteriore distruzione e in un caso, facendo numerosi morti e feriti.
Alcune battaglie infuriano nelle periferie della città, i ribelli del fronte "Al-Nusra" provano a riprendere posizione nelle zone considerate come strategiche, spopolate quasi totalmente e quasi interamente distrutte, che occupavano fino allo scorso giugno nella periferia della città. Immagini di questi luoghi di desolazione totale sono diffuse largamente dalle catene di televisione.
E' là che le grandi battaglie in corso hanno luogo attualmente. Abbiamo messo grandi speranze sul cessate il fuoco deciso tre settimane fa, sperando che potesse consentire la pacificazione seguita da una riconciliazione nazionale e di una ripresa della vita normale nel paese!
Purtroppo questa tregua, indebolita dalle continue violazioni degli avversari radicali, è stata ufficialmente rotta in questi ultimi giorni, dopo i raid inaspettati della coalizione alleata dei ribelli a Deir-El-Zor.
Questi raid hanno raggiunto una base militare dell'esercito siriano e ucciso più di 90 soldati nelle loro caserme, per non parlare del numero non dichiarato di feriti. E' così che si possono fermare i combattimenti? Per questo speriamo e contiamo sulla grazia di Dio, l'unica capace di svegliare la coscienza dei grandi decisori. Lo spettacolo terrificante di ciò che accade ha di che scuotere ogni uomo che rispetta la sacralità della vita umana. Così se il signor Staffan de Mistura riesce a rilanciare il processo di pace già avviato, possiamo sperare in una schiarita e forse anche dei risultati concreti di pacificazione, preliminare indispensabile alle basi del dialogo tanto auspicato.
La cosa più difficile per i cristiani che sono attualmente presenti ad Aleppo sarebbe la prospettiva di dover vivere, mattina e sera, nell'ansietà per questa situazione di insicurezza destabilizzante e di incertezza sconcertante.
Hanno paura dell'indomani, l'avvenire dei loro bambini li preoccupa enormemente. Immaginare che un giorno uno stato musulmano integralista verrebbe imposto a loro, è per essi un incubo insopportabile.
È per questo che ci rivolgiamo ai nostri fratelli in Francia e in tutto l'Occidente, e vi preghiamo di aiutarci a far sì che questo non accada. Non stiamo chiedendo a voi di fare la guerra per noi, ma solo di porre fine alle pretese ingiuste dei vostri alleati che ci vogliono imporre leggi antiquate, insopportabili per un uomo del XXI secolo che vuole essere libero di scegliere la sua cultura, il suo stile di vita e la sua fede.
Facciamo appello ai nostri fratelli in Francia di pregare per noi e perché tutte le donne e tutti gli uomini francesi preoccupati della dignità dell'essere umano ed innamorati della libertà, vengano in nostro soccorso per sottrarre il nostro caro Paese dal baratro del regime fondamentalista in cui si cerca di immergerci.
Per favore, aiutateci a continuare a vivere dignitosamente su questa terra benedetta che ci ha visti nascere e crescere!"
Aleppo, 28 settembre 2016 + Jean-Clément JEANBART, Arcivescovo di Aleppo
Stralci d'intervista a padre Firas Lutfi, frate francescano.
Ha vissuto ad Aleppo dal 2004 al 2011, poi una pausa per studiare in Italia e infine, nel 2015, la decisione di tornare ad Aleppo nonostante la guerra.
L’Europa ha un ruolo nel conflitto?
L’Europa sembra impotente e spero che l’Europa non si renda complice del sangue siriano. Gas, petrolio, la nostra posizione geografica, tutte le nostre risorse sono diventate la nostra condanna. Temiamo che Francia e Gran Bretagna possano avere nostalgie coloniali. Non crediamo all’intervento innocente. “Formiamo il Comitato Amici della Siria”, dicono. Si dichiarano amici e ci mandano i terroristi, ripetono di essere amici e ci mandano armi. Che amici sono questi? Non tutta l’Europa è però uguale. Guardiamo con occhio diverso l’Italia, ma sappiamo comunque che è parte della Nato ed è alleata degli Stati Uniti, di cui ormai noi diffidiamo.
Israele è ancora in conflitto con la Siria per il Golan. Quali interessi ha?
Cosa stia facendo Israele è enigmatico. Sappiamo che ha offerto cure ai ribelli, che l’esercito israeliano ha violato il nostro territorio. Il fatto che non parli non vuol dire che non agisca. L’interesse di Israele è avere un esercito siriano debole, in modo da poter controllare meglio il confine.
Quanto Isis c’è ad Aleppo?
La capitale dell’Isis è al-Raqqa, che dista 200 chilometri ad Est di Aleppo. L’Isis taglia spesso la strada che collega Aleppo a Damasco. Nella città invece c’è Al-Nusra e altre milizie. La Russia ha smascherato il petrolio siriano venduto illegalmente al confine turco, così l’Isis si arricchiva e comprava armi. Questo è tema di scontro tra Usa e Russia.