E se il referendum servisse a “rubarci” l’acqua?
Riporto:
Questo passaggio è tratto dalla Enciclopedia della Costituzione degli Stati Uniti
“IL COMPITO PRIMARIO DEL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI E’ DI CREARE LE LEGGI. IL PROCESSO LEGISLATIVO E’ BICAMERALE, ED E’ MOLTO LENTO E COMPLESSO, ESATTAMENTE COME I PADRI COSTITUENTI VOLLERO CHE FOSSE. I PADRI FONDATORI ERANO CONVINTI CHE UN PROCESSO LEGISLATIVO LENTO AVREBBE AVUTO MENO POSSIBILITA’ DI VIOLARE LE LIBERTA’ E I DIRITTI DEI CITTADINI.”
Così fu fermamente decretato negli USA e così è oggi, tassativo.
Questo è il bicameralismo degli Stati Uniti, e gli “americani”, Obama incluso, non accetterebbero una riforma alla Renzi neppure sotto la minaccia di guerra. Se a qualcuno (Renzi) hanno fatto credere il contrario, beh, lo hanno proprio preso per il culo! (fine citazione)
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Referendum e privatizzazione dell'acqua
Lasciate perdere i soliti mantra tipo "abbassare i costi della politica eccetera eccetera" che comunque abbiamo visto essere assolutamente falsati.
Strùca strùca (come che disèa sempre me nòna) lo scenario potrebbe essere questo:
“Il problema è che non sono nostri, dello Stato, sono delle Regioni, dei Comuni”
“E quindi bisogna cambiare il titolo V della Costituzione ed espropriare i Comuni e le Regioni”
“la vera risorsa sono le utilities a livello locale. Lì sono veramente tanti, tanti miliardi”
(Lorenzo Codogno, capo della direzione Analisi economico-finanziaria del dipartimento del Tesoro -settembre 2013).
Ora, mi sembra di intravedere sullo sfondo, gli interessi privati dei vari fondi di investimento… a voi no?
Privatizzatori seriali
Se c'è una cosa che ho imparato studiando la macroeconomia, è che determinati piani richiedono decenni per essere attuati, perciò spesso noi, gente comune, quando si cominciano ad attuare alcuni progetti, non conoscendo lo sviluppo totale, non riusciamo a dare il giusto significato ai primi mattoni che vengono posti.
Cosa ne pensate?
Francesca