LA SCHIAVITU’ DEL LAVORO
Nel 1999 uscì un libro del prof. Domenico De Simone dal titolo
UN MILIONE AL MESE A TUTTI: SUBITO!
Come e perché sarà introdotto il reddito di cittadinanza e tutti vivranno felici e contenti
edizioni Malatempora
(ora il titolo potrebbe essere: MILLE EURO AL MESE A TUTTI: SUBITO!)
Lo lessi dopo essermi avvicinata all’antropocrazia di Bellia ed aver analizzato gli studi del prof. Auriti.
De Simone, in questo libro, spiega le ragioni per cui sia giusto, possibile e necessario introdurre in Italia il Reddito Universale di Cittadinanza.
Estrapolerò brevemente le premesse dell’opera, con un punto d’attenzione necessario: rinominarlo “Reddito Universale di Esistenza”, per evitare le possibili confusioni che il termine reddito di cittadinanza può generare, in quanto utilizzato negli anni recenti da vari gruppi politici, che ne hanno attribuito un significato assai diverso da quello esposto dal prof. De Simone.
Il Reddito Universale di Esistenza consiste in una somma erogata dallo Stato a tutti i cittadini per consentire il soddisfacimento dei bisogni primari, ovvero di quei bisogni materiali che consentono ai cittadini di vivere una vita dignitosa.
Lo eroga in modo automatico e senza condizioni di sorta. E' una somma che si aggiunge al reddito da lavoro, di qualunque entità esso sia.
Si ritiene giusto che il reddito di esistenza tuteli il diritto alla vita di ogni essere umano, ovvero il diritto di ogni uomo, per il solo fatto di appartenere al genere umano e ad una comunità organizzata, di usufruire di mezzi materiali consoni a condurre una vita dignitosa.
De Simone, analizza uno dei fondamenti dell'etica del lavoro: la confusione tra lavoro per la necessità e lavoro come espressione di creatività.
Contrariamente al pensiero imperante, non è giusto che sia necessario lavorare per vivere, poiché il lavoro per la necessità è un'attività da schiavi, che non nobilita nessuno, e che non ha nulla a che vedere con il libero arbitrio dell'uomo.
Il lavoro per la necessità è uno strumento funzionale al potere, che lo utilizza per assoggettare le masse dell’umanità. Questo impedisce loro di pensare come esseri liberi, e di esprimere la loro creatività
Quando non ha la possibilità di scegliere come destinare le proprie energie fisiche o intellettuali, l’uomo diviene uno schiavo, in nulla diverso da quelli che nell'antichità eseguivano tutte o quasi le attività materiali, per consentire agli uomini liberi di mantenersi tali.
Il lavoro per la necessità è uno strumento funzionale al potere, che lo utilizza per assoggettare le masse dell’umanità.
Questo impedisce loro di pensare come esseri liberi, e di esprimere la loro creatività.
“Poiché la creatività e la libertà sono le due grandi nemiche del potere, quel modo di concepire le relazioni umane per cui c'è un sopra e un sotto, e sopra stanno alcuni uomini che decidono il destino e la vita di tutti coloro che stanno sotto. Quel potere che dovrà essere distrutto, affinché l'umanità riprenda il cammino della libertà e dell'autocoscienza”.
A questo proposito, vorrei condividere con voi le parole di Silvano Agosti ne “Il discorso tipico dello schiavo”
Tale reddito è possibile, perché “è falso che non ci siano le risorse, è falso che giustizia sociale ed economia di mercato non possano convivere, è falso che non ci possa essere una soluzione alla mancanza del lavoro”.
Stanno barando, sulla pelle dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese. Un pugno di sordidi usurai sta conducendo un gioco al massacro per conservare i propri privilegi.
Ovviamente, per sostenere questa tesi, egli ci illustra il funzionamento della finanza ed il grande inganno che si nasconde dietro di essa e dietro alcuni totem che vengono presentati come indiscutibili da economisti, politici, sindacalisti e mass media.
Il PIL e il debito pubblico sono gli strumenti di questo enorme inganno, che hanno creato una società che privilegia ed arricchisce gli usurai e mortifica il lavoro, distrugge la creatività e genera schiavitù, produce ingiustizia e miseria ed occulta la ricchezza.
“Stanno barando, sulla pelle dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese. Un pugno di sordidi usurai sta conducendo un gioco al massacro per conservare i propri privilegi.”
Tale reddito è necessario, perché rende necessaria una grande riforma fiscale che liberi finalmente il lavoro e la produzione dal giogo dell'oppressione fiscale, per metterli definitivamente al servizio dell'uomo, della realizzazione dell'umanità di ciascuno.
I nostri cervelli sono imbottiti di idiozie ed opinioni propinateci dalla “sacra triade” di economisti, politici e mass media (con relativi sindacati al soldo), che tentano in tutti i modi di convincere i cittadini che il sistema economico imperante, sia l’unico possibile.
Non è vero.
Gli economisti, sacerdoti di questa novella religione, l’economia, incutono nelle masse un tal timore reverenziale, affinché ci sia la totale incomprensione del Verbo Economico.
Non fatevi sviare, in realtà non c’è nulla da capire circa questo circo dell’economia: i migliori, coloro che si rendono conto della pagliacciata, lo hanno denunciato e se ne sono allontanati disgustati, gli altri, di economisti, sopravvivono o prosperano da stimati professori universitari, collezionando riconoscimenti, cattedre e perfino qualche Nobel.
Pochi, però, hanno indagato seriamente sulle nefaste conseguenze di queste idiozie sull'umanità e su coloro che l'economia la vivono sulla propria pelle. Inoltre, se fate attenzione, siamo subissati in tutti i canali TV o giornali, di famosi “esperti” o “tecnici”, che sciorinano a nastro profezie puntualmente smentite.
“La società reale va avanti lo stesso, la gente continua a creare ricchezza, lavorando e sudando dalla mattina alla sera. Spesso, gli economisti ed i politici si sono arrogati il merito di aver ottenuto risultati miracolosi dall'applicazione delle loro ricette, scippandolo a coloro che effettivamente li avevano ottenuti, vale a dire i lavoratori e gli imprenditori che con la loro fatica e la loro fantasia hanno creato quel miracolo.”
Qual è la grande truffa perpetrata ai danni dei cittadini e dei lavoratori, costretti ad una vita da schiavi per arricchire un pugno di speculatori?
Bertold Brecht pone in bocca ad un personaggio dell'Opera da tre soldi: "E' più criminale rapinare o fondare una banca?"
Se leggerete questo libro, non avrete dubbi sulla risposta: è certamente più criminale fondare una banca che rapinarla e ne capirete le ragioni.
De Simone dichiara:
“Non crediate che abbia scoperto qualcosa di particolarmente difficile da trovare: la verità è una sola e soprattutto, è davanti agli occhi di tutti quelli che abbiano il desiderio di cercarla e non siano stati del tutto obnubilati dalle idiozie dei mass media.
La maggior parte delle considerazioni contenute in questo libro sono note da tempo, solo che pochi si sono presi la briga di metterle tutte assieme, e quei pochi che l'hanno fatto non sono mai stati presi sul serio dal conformismo degli economisti e dall'ignoranza indotta nella gente dai mass media.
Gli uomini e le donne delle passate generazioni hanno creato la società più ricca che abbia mai visto la luce sulla faccia della terra.
Mai, come in questo secolo, l’umanità è stata così vicina alla liberazione dal bisogno economico, mai c’è stata una tale abbondanza e varietà di beni per tutti i cittadini (almeno in Occidente).
Rispetto all'inizio del secolo siamo enormemente più ricchi. Le macchine ormai hanno invaso ogni settore della produzione e liberando gli uomini dalla fatica fisica rendono il lavoro sempre più immateriale e creativo.
Perché, stranamente, viviamo tutti poco meglio rispetto agli uomini dell'inizio del secolo, e certamente viviamo peggio rispetto a quelli di venti anni fa?…”
Riporto, prima di linkarvi l’indirizzo dal quale potete scaricare gratuitamente il libro, una metafora riportata nel libro stesso:
“Se decidete di farvi per pranzo un piatto di pasta, dovrete, per prima cosa, mettere sul fuoco una pentola con dentro l'acqua ed aspettare che cominci a bollire.
Nel frattempo, vostra moglie sta preparando la pasta che dovrete mettere nella pentola, e i vostri figli apparecchiano la tavola. Se avete molta fame vi converrà alimentare il fuoco, di modo che l'acqua bolla con maggiore rapidità.
Per una nota legge della fisica, l'incremento della fiamma comporterà un'accelerazione del processo di riscaldamento fino al momento in cui l'acqua bolle. Da quel punto in poi ogni aumento della temperatura è energia sprecata.
Se vi mettete a cincischiare sul sistema migliore per riscaldare rapidamente l'acqua, o ancora peggio, vi mettete a pensare se sia meglio usare la legna, o il gas o il fornello elettrico, e non accendete il fuoco, è altamente probabile che vostra moglie, dopo un poco, utilizzi il mattarello con cui sta facendo la pasta per darvelo in testa, dato che i vostri figli si sono messi a protestare rumorosamente la propria fame.
Il nostro sistema sta esattamente a questo punto.
Un gruppo di composti signori, discute animatamente su quale sia il combustibile migliore da usare. La destra preferisce la legna, più tradizionale. La sinistra il fornello elettrico, più ecologico. Il centro oscilla tra il gas e il petrolio a seconda delle alleanze e delle preferenze (il gas è più di sinistra, dato che viene dalla Russia, e il petrolio più di destra per via delle società petrolifere. Però il gas è pure di destra, e il petrolio è anche legato ai paesi arabi emergenti…).
Nel frattempo altri signori, banchieri ed economisti, ci dicono che c'è troppa energia per il fuoco che è necessario per far bollire l'acqua e che è il caso di risparmiarla per far durare il fuoco più a lungo.
Ci dicono anche che dobbiamo risparmiare acqua, dato che nella pentola essa sta diminuendo e questo è un pericolo per tutti, dato che quando si getterà la pasta, si rischia che non tutta possa essere cotta. Insomma, ogni tanto la discussione degenera, con lancio di tizzoni ardenti da una parte e spruzzate di gas dall'altra, mentre, nel frattempo, l'acqua nella pentola bolle ma nessuno alza il coperchio.
Intanto, la moglie, ovvero la classe produttrice, sta preparando la pasta per il pranzo di tutti e continua ad accumulare sporte del prodotto in attesa del pranzo, mentre i figli, ovvero le nuove generazioni, apparecchiano la tavola, preparando se stessi ad entrare nel mondo della produzione. Vi sembra irragionevole che la nostra signora perda la sua enorme pazienza e si irriti oltre misura dato che, non solo vede il frutto del proprio lavoro inutilizzato, ma sente sempre di più i morsi della fame? Se decidesse di utilizzare lo strumento del proprio lavoro, il mattarello, per sgomberare l'assembramento intorno alla pentola e alimentare il fuoco per conto suo, non importa se con la legna o con il gas, pur- ché si mangi, vi sembrerebbe strano?
Abbiamo accumulato molta ricchezza prodotta dalle nostre classi produttrici, e abbiamo così tanta energia che l'acqua nella pentola sta bollendo già da molto tempo.
Ma il sistema politico sta ancora discutendo su quale sia il sistema migliore per alimentare il fuoco della produzione, mentre i signori del sistema finanziario ci inducono a lesinare sull'energia e sull'acqua, che poi usano per farsi il bagno in piscina e ci nascondono il fatto che nella pentola diminuisce perché l'acqua sta bollendo da tempo.
Nessuno alza il coperchio della pentola, ma tutti sanno che l'acqua lì dentro bolle e che se gettassimo la pasta, tutti noi avremmo, dopo tanto lavoro, il meritato pranzo. E' arrivata l'ora di prendere il mattarello, e massaggiare la dura cervice di quelli che si affannano a tenere il coperchio chiuso per la tutela dei propri interessi.
Non se né può più dei tramezzini stantii e degli aciduli aperitivi che il sistema ogni tanto distribuisce, per far passare per un poco i morsi della fame. E' arrivato il momento del pranzo.
Questa metafora ci dà l'idea del punto in cui siamo.
La nostra società ha prodotto molta ricchezza che, a sua volta, è in grado di continuare a produrne dell'altra in misura crescente e sufficiente per le necessità di tutti.
Questa ricchezza è rappresentata dal denaro sotto le diverse forme che nel frattempo sono state create e che sono tutte rappresentative di ricchezza attuale e non più di ricchezza potenziale.
Questa ricchezza sta lì in attesa che qualcuno la utilizzi e rischia di marcire se non viene utilizzata.
Se non mangiamo la pasta, infatti, questa dopo un po’ marcisce e rischia di lasciare tutti noi senza cibo e stanchi per il duro ed inutile lavoro effettuato.
Il rischio è, infatti, quello di una crisi finanziaria devastante, che potrebbe affacciarsi da un momento all'altro sulla scena mondiale.
Per questo dobbiamo liberare il sistema dalla stupidità della politica e dall'avidità dei banchieri, affinché sia possibile far godere a tutti della ricchezza accumulata e di quella che verrà prodotta in quantità sempre maggiori.
Scoperchiare la pentola e buttare la pasta è il Reddito Universale di Esistenza.”
Parole profetiche, se pensiamo che De Simone ha scritto il libro 15 anni orsono.
Buona lettura.
http://domenicods.files.wordpress.com/2009/04/8882101711.pdf