MATTEO RENZI PROTEGGE I PEDOFILI?
"MATTEO RENZI PROTEGGE CHI VIOLENTA I BAMBINI E SEVIZIA I MINORI? "
di Gianni Lannes
6.6.2014
Lo Stivale è ormai un inferno in terra e i pedofili insospettabili sono ben mimetizzati in mezzo a noi, protetti dalla politica.
Dell'inquietante fenomeno non parla nessuno, meno che mai i mass media: neanche una mezza puntata di "Chi l'ha visto?".
Perchè?
Un tabù del potere?
La sorte degli invisibili.
In Italia nel 2013 – secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno, come già in passato ho ampiamente avuto modo di documentare – sono spariti migliaia di minori, e non sono stati mai più ritrovati.
Tutti allontanamenti volontari?
Preda dei pedofili?
Pezzi di ricambio per il traffico segreto di organi?
Stuprati e ammazzati?
Rapiti e portati all’estero?
Da quale buco nero sono stati inghiottiti così tanti esseri inermi?
Ci sono altolocate protezioni?
Monti, Letta e Renzi – tutti e tre piazzati consecutivamente a palazzo chigi da Napolitano senza passare per le urne, ovvero privi di consenso popolare – non hanno risposto a numerose interrogazioni parlamentari sulla pedofilia, sulla violenza contro i minori, nonché sugli abusi e sui maltrattamenti contro i bambini.
Il 3 aprile 2014, tre giorni prima che entrasse in vigore il decreto legislativo 39/2014 sulla pedofilia, il ministero di grazia e giustizia ha diramato una circolare che a tutti gli effetti dimezza la portata della predetta norma sulla base di una direttiva europea, adottata con tre anni di ritardo.
Solo un caso?
Da quando una circolare ministeriale vale più della Costituzione, di un atto di legge e di una direttiva europea?
Di più: l’esecutivo Renzi non ha risposto a numerosi atti parlamentari sulla pedofilia e la violenza contro i minori.
Si tratta di parecchie interrogazioni ed interpellanze, presentate anche da onorevoli del PIDDI’, dimenticate, anzi seppellite nei cassetti governativi.
Nel 2011 Matteo Renzi in qualità di sindaco ha ospitato a palazzo vecchio, poco prima di essere nuovamente arrestato, tale Rodolfo Fiesoli, notoriamente già condannato con sentenza definitiva per violenza contro i minori.
Inoltre, dal sito web degli organizzatori dell’evento (red tex) è misteriosamente svanito l’intervento del Fiesoli che si rivolge a Renzi.
In quell’occasione, infatti, con Renzi seduto in prima fila, il Fiesoli ha esclamato durante il suo intervento dal palco: «I nostri ragazzi che ci ha dato il tribunale dei minori imparano l’italiano, a confrontarsi, spiegare le paure. Io ragazzi vi ringrazio tutti… il Renzi.. che voi siete bravi… grazie a tutti! Vi voglio bene»
E ancora: «I ragazzi del comune non venivano e non vengono naturalmente affidati al Forteto, per noi la vicenda è meno di zero dal punto di vista amministrativo» ha detto testualmente Matteo Renzi all'intervistatore Trincia della trasmissione tv Le Iene, andata in onda il 5 maggio 2013.
Ma il 6 maggio di un anno fa, Giovanni Donzelli, Francesco Torselli e Caterina Coralli rispettivamente consigliere regionale, consigliere comunale di Firenze e consigliere comunale di Vicchio con una nota pubblica e parecchi documenti di riferimento, smentiscono Renzi:
«Non è vero. Ci sono fiorentini e fiorentine oggi maggiorenni che da ragazzi sono stati affidati dal tribunale dei minori di Firenze a Il Forteto e i servizi sociali della città non hanno fatto niente per tutelarli. Alcuni di questi stanno raccontando la propria storia e smentendo pubblicamente l'attuale Sindaco di Firenze attraverso Facebook».
Spiega Francesco Torselli: «Durante il consiglio comunale del 30 luglio dello scorso anno, rispondendo ad una mia precisa interrogazione l'assessore alle politiche sociali del Comune di Firenze dichiarava che il Comune di Firenze aveva fatto il suo ultimo inserimento di due bambine, ai tempi minorenni, proprio al Forteto nel 1995, smentendo di fatto le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco a 'Le Iene'.
E lo stesso assessore precisava anche che una delle due bambine è oggi tra coloro che si sono costituite vittime delle violenze denunciate».
Così concludono i tre consiglieri di opposizione a diversi livelli istituzionali: «L'ultima cosa che serve in questa drammatica vicenda è mostrare ancora una volta rappresentanti nelle Istituzioni pronti a mentire e a girare le spalle ai drammi delle vittime solo per tornaconto personale o superficialità. Renzi provi semplicemente a chiedere scusa a nome suo, della politica e della città».
Il 4 ottobre 2013 si è aperto a Firenze il processo che vede rinviati a giudizio, oltre allo stesso Fiesoli con capi di imputazione che vanno dai maltrattamenti agli abusi sessuali su minori, anche il suo braccio destro Luigi Goffredi e altri 21 membri della comunità (4 posizioni sono stralciate per vizi di forma e seguono iter giudiziario parallelo) con l'accusa di maltrattamenti.
Il comune di Firenze, a differenza della regione Toscana non si è costituito parte civile.
Il 3 maggio 2013, l'europarlamentare Morganti ha chiesto – mediante un'interrogazione ad hoc – l'intervento della Commissione europea sul caso Forteto «perché sembrerebbe che questa comunità degli orrori abbia ricevuto finanziamenti provenienti da Fondi europei, sia perché ci troviamo di fronte ad una palese violazione dei diritti dei minori previsti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Ue».
Come è stato possibile affidare i minori al Forteto, addirittura dove il responsabile era stato condannato nel 1985 per reati sessuali?
Forse, grazie a magistrati come Giampaolo Meucci, Casciano e Piero Tony, spesso ospiti della struttura?
Chi doveva controllare in seconda battuta – gli assistenti sociali – non lo hanno fatto proprio a misura legale.
Il sistema degli affidamenti per più di due decenni era fuori controllo di legalità. Un orrore sinistro protetto dalla nomenklatura di sinistra.
Per la cronaca: un certo Antonio Di Pietro ha scritto una prefazione rose e fiori ad un libro del Forteto.
Sulla mera carta dagli anni '70: comunità, cooperativa, fondazione.
In realtà, un inferno in terra per i bambini consegnati a questa struttura dal Tribunale per i minori di Firenze. Al Forteto i ragazzini venivano sistematicamente violentati. Un laboratorio sperimentale di maltrattamenti protetto dalla casta politica, da certa magistratura, con la tacita connivenza di medici e assistenti sociali. Un cancro del sistema di potere, non un caso di più singoli.
L'attuale primo ministro ha negato l'evidenza.
Un'amnesia?
Il procuratore di Prato, il suddetto Tony, in precedenza aveva dichiarato «Ho il piacere di ricordare che ho cucinato per tutti al Forteto un risotto al nero di seppia. E’ una delle cose di cui vado più orgoglioso. Mi levo il cappello davanti a Il Forteto».
In seguito intervistato dalle Iene alla domanda “Ha sbagliato?” risponde «No».
“Perchè ci mandavate i ragazzi?” Chiede Trincia de Le Iene.
«Se in un paese c’è stato uno che è stato condannato, che fai togli tutto il paese?». E’ la paradossale risposta del magistrato.
Proprio su Tony si era sollevato un polverone lo scorso 28 marzo quando, in seguito ad un’altra intervista rilasciata dal Procuratore, il consigliere Regionale Giovanni Donzelli aveva chiesto l’intervento del CSM per valutare i rapporti tra il giudice Tony e Il Forteto.
Il giudice Tony – ancora al suo posto – ha affidato numerosi minori alla comunità guidata dal “Profeta” Rodolfo Fiesoli, nonostante che lo stesso avesse già subito una condanna passata in giudicato negli anni ’80, e l’Italia fosse stata condannata dalla Corte di Strasburgo.
Giorgio Napolitano, Matteo Renzi, Mario Monti ed Enrico Letta (questi ultimi due affiliati all'organizzazione mafiosa e terroristica Bilderberg) devono rendere immediatamente conto all'opinione pubblica e alle istituzioni.
Qualunque altro discorso o tematica non ha senso, se non si scioglie alla luce del sole questo nodo infernale.
Che fine hanno fatto tanti minori spariti nel Belpaese negli ultimi 20 anni, o soltanto nel 2013?
Per caso sono stati trasformati in pezzi di ricambio? Chi sfrutta i minori in Italia? Chi protegge questi mostri impuniti nei palazzi di Stato?
Se italiane e italiani in qualità di esseri umani non reagiscono addirittura ai crimini contro i bambini, e alle protezioni accordate dal governo Renzi ai pedofili e a quanti abusano dei bambini, con la richiesta popolare di immediate dimissioni e l’apertura di un’indagine giudiziaria sull’atteggiamento governativo, allora il nostro Paese non ha più senso e non vale più la pena informare l’indifferente opinione pubblica.
In una nazione indipendente le domande sono fondamentali, perché la conoscenza rende liberi; mentre le mancate risposte – soprattutto su temi cruciali – di chi detiene il potere statale sono eloquenti e conseguenti.
Un Paese civile si misura dal grado di attenzione, rispetto e salvaguardia dei bambini, altrimenti è la barbarie, sia pure mascherata.
post scriptum
Egregio Renzi se lei non vuole rendere pubblicamente conto del suo operato e della situazione di violenza contro i minori nel nostro Paese, torni subito a casa, anche perché nessuno l'ha votata sulla poltrona di presidente del consiglio.
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