Mi presento
Salve a tutti, sono Michela Gallo, ho 39 anni e abito in provincia di Treviso. La storia che vi racconterò oggi è la mia!
È la storia di una ragazza che non si è mai arresa, tra comunità psichiatriche, lotte per lavorare e amori non potuti vivere alla luce del sole perché erano amori tra donne! All’età di 14 anni mi accorsi di provare attrazione per le ragazze, cosa che mi scombussolò e non poco! “Cosa dirà la gente di me? Come la prenderà la mia famiglia?”. Non ero molto richiesta né dai maschi né dalle femmine (all’epoca vedere lesbiche o gay nei paesini era davvero difficile). Gli anni più duri della mia vita li passai in comunità per un problema di disturbo della personalità borderline, e quindi non avevo molte possibilità di scambiare effusioni, idee o tutto quello che in una relazione ci dovrebbe essere!
La mia prima storia effettiva è stata con Leila, una ragazza che faceva tirocinio nel posto dove io lavoravo (lavoro è una parola grossa… ti davano 1,20 euro all’ora e, col fatto che aiutavano le persone in difficoltà, ne approfittavano, e parecchio). La storia con Leila fu da subito un problema: lei 17 anni, io 19, padre e madre, oltre che omofobi, razzisti. Io avevo problemi e quindi tutto un susseguirsi di cose ha fatto sì che questo amore finisse… però non mi pento minimamente di quello che ho fatto e di essere stata assieme a lei… è stata l’amore della mia vita, il primo amore!
C’è chi dice che si può amare con tutto se stessi una volta sola, ma io sono stata fortunata: ho amato con tutta me stessa quattro persone: Leila, Marica, Stella e Gloria… tutte intensamente, ma in maniera diversa. Stella in maniera malata (anche se era molto importante, il nostro rapporto era tossico). Leila è stata la prima donna che ha fatto parte della mia vita. Marica era la ragazza per me, anche se fino ad oggi non l’avevo capito e ho continuato, come una stupida, a fare tira e molla. Alla fine c’è Gloria, una storia breve ma intensa. Gloria è stata veramente importante per me… una storia che mi ha cambiato la vita e io, come una stupida, l’ho lasciata andare.
Io mi sono battuta tanto per i diritti del mondo LGBTQ, per avere un mondo più tollerante e più accogliente possibile per tutti, però una cosa la voglio dire… io, da omosessuale, sono contraria al gay pride, non per l’idea di come nasce, ma per come viene svolto. Lottare per i diritti delle persone è una cosa seria e bisognerebbe essere seri nel manifestare, cosa che non sempre avviene nei gay pride. Io non voglio giudicare nessuno, vorrei solo far riflettere. I diritti delle persone sono cose serie, non prendeteli come un gioco!
C’è chi è diviso tra il sì e il no ad affidare bambini agli omosessuali: per me è una cosa da valutare in base alle persone, non per il loro sesso, ma per il loro vissuto. Certi traumi che hai vissuto, se non li elabori, li ripeti anche tu con i tuoi figli (questo non lo dico io, ma la psicologia, e credetemi, di terapia psicologica ne ho fatta tanta). Per me, essere un bravo genitore è difficilissimo al giorno d’oggi (il mestiere del genitore è sempre stato il più difficile, con la società di oggi ancora di più). Perciò dico e affermo che più che il sesso di una persona bisognerebbe guardare cosa ha passato e chi è come persona.
A volte le prime a fare delle cattiverie e ad allearsi fra di loro sono proprio alcune lelle (ragazze lesbiche). Si coalizzano tra di loro contro persone magari sole o più deboli per farle sentire come cacche viventi, e questo non ci fa per nulla onore. Al posto di coalizzarsi per deridere una persona, perché non ci coalizziamo per combattere l’omofobia e per lottare per i nostri diritti in maniera seria? (Nessuna provocazione, solo punto di riflessione). Ora vi saluto e vi auguro una buona giornata.
condivido il pensiero di Michela,ci vorrebbe più solidarietà femminile,non solo nella comunità lgbt
Grazie mille Dylan … infatti ci dovrebbe essere più comprensione e più integrazione.
Ciao Michela, bellissime le tue parole. Sono pienamente d’accordo con te sul discorso dei Gay Pride. Deve essere uno scendere in piazza per i nostri diritti.. non una carnevalata di sesso, alcool e nudità.
Ancora più d’accordo sul discorso genitori. Da madre omosessuale che sta affrontando un duro percorso per l’affidamento di sua figlia… Per essere un buon genitore non è importante chi amiamo … Ma se amiamo noi stessi. Posso amare mia figlia se amo me stessa, posso essere un buon genitore se ho guarito le mie ferite emotive.
Grazie per le tue bellissime parole e per gli spunti di riflessione.
Selene grazie mille per il tuo commento e per la tua condivisione.Grazie ancora