I colori della Marca: prima tappa il bianco
Il bianco della ceramica d’arte,il bianco di un sapiente menù pieno di profumi e il bianco assoluto della Gipsoteca Canoviana.
Ho raccontato il territorio ai nostri amici fumettisti durante il trasferimento da Treviso.
Territorio nel senso più ampio del termine.Quella commistione tra terreno,storia e tradizioni,fare e ideare che è tanta base della storia di una comunità.
Abbiamo cominciato con Bosa Ceramica :un’azienda leader nella ceramica di design in Italia e nel mondo che ha fatto della ricerca e dell’innovazione i punti di forza dell’azienda, tanto da riuscire a realizzare progetti quasi impossibili per la difficoltà degli stampi e le dimensioni over, il feeling immediato che abbiamo avuto con Italo Bosa e la sua splendida famiglia si evidenzia nella la speciale propensione nel stare a contatto con creativi da tutto il mondo,condividendo avventure progettuali con i designer, per lo più giovani di provenienze europee, sperimentatori di linguaggi nuovi, che hanno contribuito a definire l’elevato posizionamento del marchio Bosa. Con questo approccio alla materia i punti d’incontro con questo educational sono stati evidenti.
L’artigiano e il creativo: gli oggetti di Bosa sono realizzati interamente a mano, valorizzati da una ricca palette cromatica, decorati con metalli preziosi -oro, platino, rame- e smalti dalle tonalità esclusive creati dall’azienda. Tecniche precise che sono ancora oggi alla base della produzione di Bosa e che conferiscono agli oggetti unicità, qualità e riconoscibilità. Dall’iniziale collaborazione con Marco Zanuso Jr. e il consolidato rapporto con lo studio Palomba-Serafini, Bosa ha stretto amichevoli relazioni professionali con Satyendra Pakhalé, Patricia Urquiola, Marco Morosini, Manolo Bossi, Gualtiero Sacchi, Sam Baron, Luca Nichetto e un particolare feeling con Jaime Hayon, ideatore di tanti gioiosi universi. Altrettanto importanti sono da considerare le collaborazioni con aziende leader quali Minotti, Moroso, B&B Italia, Baccarat e le forniture personalizzate per Ferrari, Escada, DeBeers e altri ancora.
Abbiamo assistito al processo produttivo dove il processo manuale e di creazione-azione sono totalmente sovrani è stato bello descrivere questi linguaggi creativi ai nostri fumettisti che hanno cominciato a creare il loro carnet di viaggio,coccolati dai Bosa nel loro atelier.Siamo sicuri che lo scarabeo ricevuto sarà di buon auspicio per tutti.Una splendida realtà di cui essere fieri.
Nel percorso verso Villa Razzolini Loredan non poteva mancare una descrizione di quello che era Asolo al tempo della Regina Cornaro sede della corte della regina di Cipro e centro umanistico frequentato dai massimi rappresentanti veneti della cultura rinascimentale, Pietro Bembo e Ruzante
Al ristorante della villa veneta che ci ha ospitato ,lo chef ci ha stupito con un menù dalle sfumature del bianco. Gli splendidi e aromatici salumi preparati dallo chef e la sua brigata dove da anni lavora anche una nostra ex allieva di cui siamo orgogliosissimi(…scusate….ma quando ci vuole ci vuole…) uno splendido risotto al Morlacco del Grappa
Jacob il nostro autore Sloveno conosce bene la storia dei Morlacchi Dalmati,facendoci capire quanto i confini siano solo un fatto amministrativo e non di trasmissione di saperi.
Il nome Morlacco, deriva da un popolo nomade proveniente dal Mar Caspio e che, dopo essere stato nella Morlacchia, situata tra la Dalmazia e l’Istria, è arrivato a stabilirsi nella pedemontana trevigiana e sul Massiccio del Grappa, in quanto la repubblica veneta li utilizzava come manodopera per la costruzione di Venezia.
Il formaggio Morlacco “presidio slow food” (detto anche Morlac) più o meno è rimasto immutato negli anni e rappresenta, a pieno titolo, un prodotto di eccellenza sempre presente nella cucina del territorio
Un popolo di boscaioli e carbonai che riusciva a fare formaggio utilizzando il latte già scremato, e quindi “sfruttato”, con la sola aggiunta del sale.
Uno splendido tacchino cotto a bassa temperatura e profumato di spezie è stato servito come secondo e a conclusione il dolce : un dolce antico e così aromatico che i suoi profumi ci hanno accompagnato nel intero pomeriggio.
Una giornata con i colori del grigio autunno è esplosa con un sole di primavera per rendere ancora più splendente il bianco assoluto della Gipsoteca Canoviana. Vi devo confessare che se non siamo stati presi dalla sindrome di Stendhal è stato forse per la promessa di un altro assoluto bianco …la meringa con la panna accompagnata da un Asolo Prosecco Superiore DOCG prodotto in esclusiva per la Fondazione Canova, un tributo del territorio verso l’artista; in etichetta riporta l’immagine delle tre grazie restaurata.
E’ stato bello vedere i fumettisti prendere d’assalto i loro sketchbooks per l’immediata ispirazione che tanto bello suggeriva loro.Tutti penseranno che i soggetti potessero essere le Tre Grazie o Paolina Bonaparte è stato bello invece vederli ritrarre particolari di gessi o studi del Canova.Bello anche il modo che hanno avuto nel firmare il guestbook del museo.
I linguaggi degli artisti colgono sempre diversi aspetti che spesso ti spiazzano ,diciamo che è questione di sensibilità.
Stupendo portarli al Tempio e vederli posare come personaggi dei fumetti caduti sulla terra con sullo sfondo i colli Asolani , il Montello e il nostro territorio .
Magia che si somma a magia