I candidati alla segreteria regionale del PD Veneto: le proposte di Laura Puppato e Andrea Martella
In tutti i circoli del Partito Democratico c‘è grande fermento in questo periodo per i rinnovi degli organismi regionali, provinciali e dei singoli circoli locali.
Le elezioni si effettueranno tra la fine di novembre e la metà di dicembre e potranno esprimere il loro voto solo coloro che risulteranno regolarmente iscritti al partito.
È per questo motivo che le segreterie provinciali e i segretari di circolo stanno organizzando incontri chiarificatori e raccogliendo le candidature per rinnovare i vari organismi direttivi locali.
Tra le varie elezioni, comunque, la più importante riguarda la scelta del nuovo segretario regionale, per il cui incarico sono candidati la trevigiana Laura Puppato e il veneziano Andrea Martella.
Ricevuta la loro disponibilità per un’ intervista, abbiamo posto le medesime domande ad ambedue, per cogliere i loro progetti e le modalità con cui poterli realizzare.
1) Il PD regionale, dopo la pandemia, ha bisogno di riprendere i contatti con una comunicazione costante e continua con iscritti e simpatizzanti. Come procedere e con quali strumenti?
PUPPATO: Sfrutteremo le potenzialità che la Rete ci offre: il PD Veneto lavorerà sulla comunicazione interna e sui social. Puntando ad assistere la comunità che analizza, elabora e decide, grazie ad una piattaforma che connetta la comunicazione web di tutte le organizzazioni del partito, dirigenti, circoli, gruppi consiliari, singoli eletti e gruppi tematici. Intendo attuare sistematiche consultazioni tra gli iscritti e gli elettori su questioni rilevanti di interesse comune: anche a questo serve una piattaforma, perché permette un reale confronto con rappresentanze e amministratori, circoli e Associati nei tempi rapidi oggi imposti dalla nostra Società, garantendo una corposa mole di contributi e informazioni per rendere possibile una strutturata fonte di conoscenza e contro-proposta politica in Veneto.
MARTELLA: È del tutto evidente che si tratta di fare un cambio di passo: rifondare il PD del Veneto significa anche uniformare e riorganizzare il lavoro delle diverse federazioni, potenziando gli strumenti digitali. Immagino un contenitore unico che, da un lato, consenta di raccogliere e mettere a confronto le istanze e le proposte che vengono dai circoli e dagli amministratori. E che, dall’altro, rafforzi la nostra capacità in termini di mobilitazione. Immagino un PD capace di agire più ‘in tempo reale’ attraverso un flusso di comunicazione interna rapido e snello. La pandemia, ci ha già peraltro abituati a mettere in pratica alcune modalità di confronto, come le riunioni a distanza. E proprio l’accorciare le distanze dovrà essere la caratteristica principale del nostro modus operandi nei prossimi anni.
2) E’ essenziale attivare la formazione politica con lezioni degli esperti da programmare con videoconferenze… Come muoversi?
PUPPATO: Posso portare dentro il Pd l’esperienza che da 3 anni mi ha permesso di mettere a disposizione una scuola politica, chiamata Officina socio-politica perché mette in campo non solo lezioni ex cathedra ma veri e propri laboratori esperienziali sui temi affrontati. Questa formazione ricomprende l’utilizzo, al meglio, degli strumenti digitali, riuscendo a mettere a disposizione relatori ed esperti di fama nazionale ed internazionale, proprio perché questi possono relazionarsi a distanza. Tutto ciò è possibile perché ci permette di avere il meglio senza oneri improponibili per una scuola che dev’essere gratuita, con una formazione utilissima per i giovani presenti.
MARTELLA: Certamente la formazione politica è importante e decisiva, non solo per coloro che fanno parte del partito, ma anche per i cittadini. I partiti devono essere strumenti che permettono ai singoli cittadini di potenziare la loro capacità di interpretare il mondo, le sfide che esso presenta, e quindi organizzazioni-strumento che potenziano l‘azione politica consapevole e la cittadinanza politica. Anche questo significa essere ‘partito aperto’. Nel passato il PD Veneto aveva vissuto una fase positiva sul fronte della formazione, penso alla segreteria Giaretta. Una strada da riprendere e rilanciare non solo organizzando corsi, ma individuando luoghi appositamente dedicati alla riflessione e allo studio, luoghi appunto aperti alla partecipazione non strettamente riservata agli iscritti e che possono dunque diventare preziosi punti di collegamento tra partito e società. Abbiamo inoltre, anche in questo caso, una rotta già segnata, che è quella delle Agorà Democratiche: un modello da rafforzare anche in Veneto.
3) Quali gruppi di interesse è possibile attivare?
PUPPATO: Tutti, nessuno escluso. Io credo che oggi l’Interlocuzione costante con i portatori d’interesse – gli stakeholder – sia un fatto acquisito e necessario nella vita politica di un’associazione-partito. Infatti i lobbisti come i portatori d’interesse, sono parte integrante di un’offerta di conoscenza e interazione approfondita, che non può prescindere dalle richieste e dall’aiuto rappresentato dalla loro visione. Sta a noi elaborare le informazioni ricevute e determinarne positività e negatività. Non si deve aver timore di ascoltare, ma ricercare la soluzione che porta consapevolmente a scegliere il meglio, avendone chiare le conseguenze, gli obiettivi e i costi per tutti noi cittadini.
MARTELLA: Nella mozione ‘Ripartire’, a sostegno della mia candidatura a segretario regionale del PD Veneto, lo diciamo in maniera chiara: è necessario mettersi in relazione e dialogo con tutta la società veneta. In particolare penso al mondo del lavoro, dell’impresa, della cultura, ma anche alla realtà giovanile, protagonista della mobilitazione contro il riscaldamento climatico e contro le disuguaglianze di genere. Dobbiamo essere interlocutori costanti di un ventaglio ampio di soggetti, che va dalle categorie economiche alle organizzazioni sindacali, dalle associazioni del volontariato agli operatori della cultura, da chi è in prima fila per la tutela dei diritti civili fino a quanti agiscono per il sostegno delle fasce sociali più in difficoltà o per il miglioramento dei servizi pubblici. Più che attivare, dobbiamo essere noi ad attivarci come soggetto credibile ed autorevole per tutte queste realtà.
4) Dopo le votazioni, continuare a immaginare la tradizionale divisione tra maggioranza e minoranza significa che il PD continuerebbe ad essere marginale nella Regione… Si può tentare di muoversi in sintonia tra i due gruppi?
PUPPATO: La sintonia su taluni, specifici, fatti concreti si può rinvenire oggi come è già accaduto in passato anche con il centro-destra. La politica infatti non è, a mio avviso, ricerca “viziata” di opposizione strumentale, ma non possiamo neppure negarci vi siano differenze sostanziali nelle visioni e proposte politiche tra gruppi collocati diversamente nell’arco parlamentare. Differenze di norma meno accentuate via via che ci si avvicina al centro, rispetto alla destra estrema. In generale è compito della politica farsi comprendere dagli elettori, con chiarezza, in modo che le differenze nel metodo e nella sostanza, nelle sensibilità verso la giustizia ambientale e sociale e nella visione stessa delle soluzioni individuate per la nostra società, risultino forti e chiare, anche a loro.
MARTELLA: Io vedo il PD del Veneto come un’unica comunità, vivace e ricca in termini di idee e visioni. La fase congressuale è momento importantissimo per metterle a confronto. Il fatto che, alla fine di questa fase, venga scelta democraticamente e a maggioranza una linea, non significa mettere a repentaglio questa unità. Le diversità di vedute sono una ricchezza e il compito di chi è chiamato a guidare un partito è quello di fare sempre, il più possibile, sintesi. Sono certo che, dopo il congresso, agiremo tutti verso la direzione che tutti vogliamo: un PD più forte in Veneto e per i veneti.
5) Se fossi eletto segretario/a, quali sarebbero le prime tre iniziative da programmare?
PUPPATO:
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Una scuola politica che contribuisca a formare classi politiche strutturate, autorevoli e preparate per disegnare un futuro più rispettoso e dunque più valoriale, diverso dai modelli stantii e propagandistici senza futuro, oggi propugnati e purtroppo presenti in numero eccessivo sul territorio veneto.
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Grazie alla piattaforma web che diverrà “luogo” di confronto e informazione per amministratori e volontari, attiveremo una consulta permanente sui temi socio-sanitari e apriremo uno sportello di aiuto a famiglie in difficoltà con minori e a donne che vivono disagi personali, per contribuire alla rete di difesa delle fragilità e contro le violenze di ogni genere.
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Vogliamo sviluppare un progetto economico, culturale e sociale volto a favorire il rientro dei nostri giovani costretti ad andarsene per trovare un futuro degno e adeguato. Il Veneto ha una quota doppia rispetto ad Emilia Romagna e Lombardia di giovani che emigrano, urge un progetto per il rientro dei nostri talenti e una società capace di accoglierli come le migliori civiltà europee sanno fare. Non c’è futuro senza di loro.
MARTELLA: Il futuro è dietro l’angolo e bisogna misurarci subito con il Veneto che immaginiamo nel 2025. Iniziando, nei primi cento giorni dopo il congresso, con la costruzione del Manifesto per il Veneto. Questo, in coerenza con quanto evidenziavo prima, lo si può fare realizzando un tour di ascolto e confronto con i tanti tasselli della società veneta, accogliendo le più ampie energie e risorse. Un cantiere aperto, e vengo alla seconda iniziativa, nel quale lavorare anche in un’ottica strettamente politica. Il PD deve valorizzare, anche in Veneto, la propria vocazione di soggetto federatore. Vanno dunque riuniti al tavolo, nei prossimi mesi, i democratici, i riformisti, la sinistra, i cattolici democratici, gli ambientalisti, i progressisti, i tanti movimenti civici radicati nel territorio, senza tralasciare quelle forze moderate e liberali che si possono ritrovare in una proposta programmatica aperta e costruttiva. Non da ultima, parallelamente alle prime due fasi, va ridisegnata l’organizzazione interna del partito, valorizzando le tante competenze ed energie che abbiamo. Proporrò subito di fare un’assemblea dei segretari di circolo e degli amministratori dem dedicata alle principali questioni istituzionali e all’utilizzo delle risorse del PNRR.
6) E’ tempo di “riscoprire” Tina Anselmi… come procedere?
PUPPATO: È tempo, anzi è passato troppo tempo senza che questo territorio colga l’estrema qualità e modernità del suo essere donna e politica. A lei dobbiamo il nostro servizio socio-sanitario eccellenza mondiale. Ma è la sua libertà di pensiero e di azione, che non si cura della convenienza personale ma guarda al bene pubblico, alla giustizia sociale il mio, il nostro faro. Controcorrente pur di garantire la democrazia e il rispetto della Costituzione, Tina pretende anche oggi il nostro impegno, la nostra passione civile per continuare ad esistere ed essere garanzia per tutti. Nel suo solco, voglio camminare.
MARTELLA Tina Anselmi è sempre ben presente come punto di riferimento dei democratici veneti. Valorizzare oggi la sua figura significa adottarla come modello su tre fronti: quello della cultura democratica e antifascista come antidoto alle attuali derive tollerate se non alimentate dai sovranisti. Quello della difesa dei diritti delle donne e della loro affermazione in tutti i settori della vita sociale e, infine, quello della difesa del sistema sanitario, che in Veneto sta scivolando verso il privato per colpa di una gestione che nei fatti ha messo in secondo piano i principi del diritto alla salute pubblica ed universalista.
7) Ad libitum….
PUPPATO: Con questa candidatura non ho voluto nascondere le difficoltà che vive il Partito Democratico Veneto, ma farmene carico, raccogliendo la sfida di chi non intende lasciarlo languire perché lo considera perno e garante di equo sviluppo, rispetto sociale e democrazia . Ho inteso affrontare i temi veri che fanno la differenza, per creare un presidio regionale che funzioni, che esista e risponda, sappia comunicare e attivarsi in modo adeguato per fornire supporto alle nostre amministrazioni e ai nostri volontari…Abbiamo delle opportunità mai viste grazie al PNRR che vanno progettate e coordinate, serve un lavoro e una segreteria del tutto diversa dal passato, concreta, coraggiosa. Questa è la sfida non facile e contro-corrente che sento il dovere di portare avanti. “Esserci, fare la propria parte” come diceva Tina Anselmi, appunto.
MARTELLA: La mia candidatura nasce dalla richiesta, partita da tantissime iscritte e tantissimi iscritti del territorio, di mettermi a disposizione per guidare la sfida della costruzione di un PD più forte in Veneto. Una richiesta alla quale ho deciso di rispondere con senso di responsabilità nei confronti di una comunità che mi ha consentito di fare esperienze belle e importanti ed alla quale voglio ora restituire la fiducia assumendo il ruolo di segretario in Veneto.
Pietro Panzarino