I propositi del Governo Draghi: intervista al Ministro Federico D’Incà
Il Ministero dei Rapporti con il Parlamento, in cui è stato riconfermato nel nuovo Governo, favorisce un rapporto costante con il Presidente del Consiglio. Con quale frequenza si confronta con lui? Quali sono gli aspetti più significativi della personalità di Draghi?
Il Presidente Draghi è una persona di estremo spessore istituzionale che, allo stesso tempo, riesce a trasmettere un forte senso di umanità. È una sensazione che ho avvertito a partire dal primo incontro che si è tenuto con tutti i ministri. Ci confrontiamo costantemente su tutti i temi che fanno parte dell’agenda di Governo e sui lavori parlamentari.
È ragionevole che la programmazione degli impegni essenziali abbia delle tappe certe per le prossime settimane… Che cosa bolle in pentola per i problemi più importanti in questa fase storica molto delicata?
Si lavora duramente per rendere sempre più efficaci le vaccinazioni nell’intero Paese in modo da uscire il prima possibile dalla situazione di emergenza e ritornare gradualmente ad una fase di normalità. Allo stesso tempo il Governo è impegnato sul tema economico per sostenere i settori in maggiore difficoltà e per proseguire il percorso di rilancio del Paese.
Tenendo conto di quanto emerge dai media, quotidianamente, ogni Regione con le sue scelte autonome non permette di cogliere il progetto generale del Paese sui vaccini e si avverte l’esigenza di un maggiore coordinamento da parte dello Stato in materia sanitaria … E’ realistico attendere qualche intervento secondo questa logica?
È opportuno ribadire che il piano vaccini sia una priorità del Governo, senza fughe in avanti da parte delle Regioni: è altrettanto vero che alcune hanno saputo vaccinare più velocemente rispetto ad altre. In generale, ritengo che 21 sistemi sanitari diversi in tutto il Paese presentino risposte diverse: è necessario, quindi, un coordinamento tra Stato e Regioni per potersi confrontare e per migliorare i sistemi in maggiore difficoltà.
Nel Veneto la richiesta di autonomia, sistematicamente ricordata dal Presidente della Regione, Luca Zaia, è un ritornello da diversi anni. L’autonomia richiesta da Zaia è dietro l’angolo oppure è rinviata a tempo indeterminato perché majora premunt?
Il tema dell’autonomia sarà ripreso una volta terminata l’emergenza. Ho più volte sottolineato come sia doveroso rispondere alla volontà dei cittadini veneti su questo importante tema che era già stato affrontato dal precedente Governo. Senza la pandemia, avremmo già concluso l’iter per la legge quadro.
Per la formazione del nuovo Governo c’è una legittima curiosità: 2 Ministeri di notevole peso sono stati affidati a 2 trichianesi… Un tempo ogni ministro “portava a casa qualche provvedimento a favore del proprio territorio”. È una attesa ancora legittima e valida anche per oggi?
Ho conosciuto Daniele Franco quando era Ragioniere generale dello Stato: lo stimo come economista e uomo delle istituzioni e sono convinto che saprà dare un grande contributo e un rilancio economico al nostro Paese. Al termine della pandemia dobbiamo riuscire ad avere un Paese più forte e ritornare ad essere una delle grandi potenze economiche a livello internazionale.
Si dovrà lavorare per l’interesse comune, rispondendo di volta in volta alle richieste delle comunità, affrontando le difficoltà e risolvendo le problematiche emerse dal confronto costante con istituzioni e cittadini. La nostra regione continuerà ad essere rappresentata nelle sedi di Governo e, personalmente, seguirò con attenzione le diverse tematiche che riguardano il territorio con tutta l’attenzione necessaria. Abbiamo delle eccellenze da continuare a valorizzare sotto il profilo delle attività produttive, a livello culturale e sociale in una regione che ha sempre saputo rimboccarsi le maniche e che ora, con il sostegno di tutti, deve rialzare la testa per ritornare ad essere fortemente competitiva.
Pietro Panzarino