Luce e colori del periodo natalizio
Fino al 23 gennaio prosegue l’iniziativa culturale, curata da Francesco Di Leo, ideatore e curatore dell’evento, ubicato nella Galleria Quartiere Latino – Corte delle Rose di Conegliano.
Molto esplicito l’obiettivo del progetto: “L’Arte e la Cultura in generale sono gli elementi di conforto e di forza per gli artisti e per tutti noi che possiamo arricchirci interiormente per sublimare la nostra quotidianità”.
Sono 11 artisti, che espongono, di grande spessore culturale a livello nazionale ed anche europeo: Gianni Borta, Vico Calabrò, Giorgio Celiberti, Lino Dinetto, Luigi del Sal, Ennio Finzi, Ferruccio Gard, Cesco Magnolato, Nerone – Segio Terzi, Mario Solazzo, Ottorino Stefani.
Ecco la valutazione del critico d’Arte, Mattia De Luca sull’evento: “Questa suggestiva e avvincente esposizione ripercorre i fervori ed i fermenti dell’arte italiana dalla seconda metà degli anni sessanta ad oggi; vuole farsi attenta riflessione di tutti quegli itinerari fondamentali per gli sviluppi dell’arte nazionale e internazionale attuale. Cromatismi, magnetismo, segni e simboli diventano il patrimonio protagonista di questa mostra di notevole impatto, dove si possono ammirare le opere di personalità illustri che hanno contribuito a tracciare la storia dell’arte contemporanea”.
Questa l’opinione di Francesco Di Leo:
- Com’è nata questa mostra in collaborazione con l’amministrazione comunale?
La Mostra è nata da una collaborazione tra l’Associazione “Conegliano in Cima”, l’Associazione “Corte delle Rose” e Operars nella persona dello scrivente. L’occasione viene offerta – dal “Natale”, magica festività che avvolge il cuore di tutti gli uomini di buona volontà, – dalla “Corte delle Rose” , splendida architettura nel centro di Conegliano e – dalla Galleria Quartiere Latino” luminosa Location per allestire opere di medie e grandi dimensioni.
Ho voluto creare un ”fil rouge” tra queste tre opportunità che conducesse ad un evento di straordinario interesse per Conegliano. E’ un momento particolare per tutti noi, non solo per ciò che rappresenta la Nascita di Cristo nella tradizione Cristiana, ma anche come Rinascita dei nostri valori fondamentali assopiti in questo periodo grave di pandemia. L’arte e la cultura possono rappresentare dei veicoli di forza per esorcizzare l’isolamento e godere della libertà, seppur parziale, ma rispettosa verso gli altri con i mezzi di prevenzione dettate dalle norme anti Covid.
La mostra, è stata ideata e curata dallo scrivente ed è intitolata “LUCE E COLORI DELL’AVVENTO”.
Sono 40 le opere, di medio e grande formato, allestite nel percorso espositivo, conferendo una testimonianza di grande valore qualitativo per un viaggio nella Luce e nei Colori di 11 Artisti che hanno saputo interpretare e donarci, con il loro talento, la loro creatività e la loro straordinaria sensibilità, un forte senso della vita.
Questa Collettiva d’Arte, per un tema così importante, può regalare ad ogni visitatore una riflessione degli artisti più importanti del Nord Est. Una gioia visiva ed introspettiva dei valori profondi della tradizione storica e dell’arte italiana fatta di stelle che nascono e colorano il nostro firmamento interiore.
- Quali sono stati i commenti dei visitatori?
I visitatori hanno manifestato un grande interesse durante le visite ponendo tante domande e ricevendo tante risposte sugli artisti, sulla tecnica e date di esecuzione delle opere. Prontamente sono state presentate a loro le monografie dei vari artisti per la consultazione al fine degli approfondimenti del caso. Molte sono state le dichiarazioni di stima e le congratulazioni dichiarate per la bellezza delle opere, le scelte e all’allestimento eseguito nonché della location utilizzata. Per sintetizzare in una formula espressa: “….La grande qualità emerge senza alcuna riserva incanta ed affascina. Tantissimi i complimenti……”
- Soddisfatto della partecipazione dei visitatori?
Molta è stata la partecipazione dei visitatori alla mostra sia all’inaugurazione e sia in itinere. Ad ognuno è stata raccomandata la procedura di protezione anti Covid e richiesto ad ogni entrata la verifica del green pass.
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Ci commenti uno dei maggiori quadri esposti “ Natività” di Dinetto…..
NATIVITÀ olio su tela cm 130×160
Entrare nelle opere di Lino Dinetto è cogliere il piacere che va oltre l’esteriorità della rappresentazione. Un sapore che armonizza e che ci conduce al di là di ogni afflato che lo compone metabolizzandone i contenuti. Uno spazio intatto, puro, che si nutre e si arricchisce sempre di nuove emozioni. Una sensibilità che colloca il suo animo alla continua analisi di nuovi e sempre più incessanti approdi.
Affascina, soprattutto, per la costante vibrazione, quel fremito che dilata l’anima e riesce a incuriosire lo sguardo più distratto. Nonostante la pluralità degli elementi, in essa contenuti, spicca immediatamente la gradevolezza dell’opera senza prevaricazioni né forzature. Classe estetica e vivacità sapientemente dosate rendono armonico il tutto. Il colorismo veneto, la capacità di imprigionare la luce che muta e si sposta cambiando effetto, catturano l’attenzione. L’artista destreggia abilmente i materiali e riesce ad ottenere effetti naturalmente luminosi, propri dei grandi artisti veneziani.
Il tema del Natale, di oggi, è quello di sempre: “della vita” ed è anche il ricordo della tradizione Cristiana.
La Natività, olio su tela cm 130×160, è l’opera che invita ad entrare alla mostra. E’ un dipinto di estrema bellezza, ricco di luce e di emozioni cromatiche che si contrappongono ma fondendosi, in un equilibrio coloristico, della più grande tradizione veneta, al segno con spessori materici creati per dare profondità e spazialità alle figure.
La costruzione formale della composizione diventa rigorosa e in perfetta armonia sia tra le figure poste in primo piano che quelle sospese nell’annuncio della nascita di Cristo.
La ricerca per Dinetto è da sempre rivolta alla bellezza come obiettivo sublime dell’arte.
Il segno più emblematico di fede e di amore per la vita, anche se il vivere quotidiano può essere contaminato dal seme della sofferenza, delle paure, delle ansie, delle debolezze umane si traduce sempre in un’attesa di speranza.
BREVE BIOGRAFIA
Il Maestro Lino Dinetto nasce ad Este (PD) nel 1927, ancora giovanissimo si reca a Venezia per dedicarsi agli studi di genere artistico. A 15 anni si sposta a Milano dove fa tesoro degli insegnamenti ricevuti da Sironi e Carrà. Accanto a questi maestri, approfondisce i temi del futurismo e della metafisica.
A soli 19 anni, nel 1946, gli viene affidato un importante incarico dipingere l’Ultima Cena nell’Abbazia di Monte Uliveto Maggiore al posto di un precedente affresco del Ghirlandaio distrutto dalla guerra.
Dal 1955 al 1969 dirige le sezioni di Pittura e Disegno presso l’Istituto de Bellas Artes di Montevideo.
Nel 1960 torna in Italia e riprende la pittura murale e su vetro.
Sono del 1963 le “Storie monastiche” affrescate nel chiostro di S. Maria in Campis a Foligno; del 1964 le vetrate per l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore; seguono affreschi e vetrate a Monza, a Mantova, ad Este, e a Roma, viene chiamato dal Principe Ranieri di Monaco a realizzare delle Vetrate policrome importanti. Verso la fine degli anni 70 appaiono la figura femminile, il paesaggio veneto e toscano, le nature morte.
Nel 1994 riceve l’incarico di decorare una delle cappelle più importanti della Basilica di Sant’Antonio a Padova: quella dedicata a Santa Chiara. Lavoro che lo vede impegnato per quasi due anni e che lo conferma una volta di più uno degli artisti più significativi del nostro tempo.
La sua attività è sempre fertile e feconda partecipando a concorsi, mostre e manifestazioni nazionale ed internazionali su esplicito invito.
Le sue opere sono presenti in Gallerie Pubbliche e Private e in Musei di tutto il mondo.
Francesco Di Leo