Alternanza Scuola – Lavoro: la riflessione nella scuola trevigiana
Il 16 settembre 2022 lo studente Giuliano De Seta, diciottenne di Noventa di Pieve (Venezia) morì durante uno stage scolastico. L’evento da subito suscitò grande interesse a livello nazionale e continua il dibattito, che abbiamo approfondito con due dirigenti scolastici
Nella scuola trevigiana gli studenti sono stati coinvolti in alcune iniziative scolastiche, riconducibili all’alternanza scuola-lavoro. Ne abbiamo parlato con i due dirigenti scolastici.
Emanuela Da Re del liceo “Flaminio” di Vittorio Veneto ha ricordato come “sin dal lontano 2015, quando ancora si parlava di Alternanza scuola-lavoro, si avvertì la necessità di riflettere sul significato concreto di questa nuova sfida lanciata anche ai percorsi liceali.
In seno al Collego dei Docenti furono avviate profonde riflessioni e non mancarono momenti di contrasto in merito all’opportunità o meno di concedere anche agli studenti liceali questa nuova possibilità.
Con quella determinazione che è insita in tutti i cambiamenti comunque necessari, con ponderata lentezza, è prevalso il convincimento che fosse indispensabile cogliere un’opportunità non con lo spirito dell’adempimento.
Si sono avviati progetti di classe, si sono favoriti scambi con le Università del nostro bacino di riferimento, sono stati informati e coinvolti gli studenti ed i loro genitori, nella profonda convinzione che ogni cambiamento ha necessità della consapevole condivisione per raggiungere l’obiettivo finale.
La sopraggiunta trasformazione dell’istituto dell’alternanza in “percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”, è stata salutata con favore, ritenendola non solo una modifica di carattere lessicale, quanto piuttosto un nuovo paradigma, che portava l’esperienza dell’apprendimento fuori dalle aule, ma forniva anche la possibilità agli studenti di riflettere su elementi fondamentali per i percorsi di formazione e di vita personali.
La pandemia ha imposto una drastica accelerazione al processo di ammodernamento dell’apprendimento ed ha contribuito a sottolineare come l’educazione sia una premessa necessaria allo sviluppo economico. Stiamo, di fatto, vivendo una trasformazione epocale, che non lascerà indenne il mondo della scuola. Il Liceo Flaminio ha, fra i suoi obiettivi fondamentali, che rappresentano uno dei cardini più innovativi del Piano Formativo, la possibilità di offrire ai propri studenti momenti anche di apprendimento non formale ma sicuramente necessario per la crescita personale. Ci guida quotidianamente la convinzione che sia necessario offrire ai nostri studenti un’educazione che consenta di allenare il pensiero, sviluppare intelligenza critica, preparare ad affrontare una realtà socio-economica fluida, saper sviluppare senso critico per evitare il rischio di manipolazione e disinformazione.
L’esperienza dei percorsi di PCTO, pensati dall’Istituto, in accordo con Gruppi industriali di rilevante valore nel panorama economico italiana ed internazionale, fortemente radicati nel nostro territorio, ha il merito di contribuire ad irrobustire la riflessione dei nostri studenti su queste tematiche, fondamentali per la loro affermazione professionale ed anche personale.
Innegabile l’altissimo valore orientativo di questo modello “di fare scuola”, che ha il merito di aprire le aule alla realtà concreta e pragmatica: il futuro del lavoro ed il lavoro del futuro sono un paradigma di riflessione, che deve accompagnare anche i liceali”.
Questa invece la testimonianza del dirigente Da Ros Stefano del “Marconi” di Conegliano.
“Quando fu introdotta l’Alternanza scuola lavoro nei licei, alcuni docenti manifestarono dubbi e perplessità: ritenevano che non fosse del tutto appropriato che tale attività coinvolgesse anche gli studenti liceali, i quali nella stragrande maggioranza dei casi scelgono il liceo quale tappa intermedia, prodromica agli studi universitari.
Proprio in considerazione di questo, il Collegio dei Docenti ritenne che l’Alternanza Scuola-Lavoro sarebbe stata un’occasione offerta agli studenti per compiere esperienze significative fuori dalle mura scolastiche, utili soprattutto per riflettere sulle loro attitudini, sulle professioni che sentivano nelle loro “corde” e quindi di aiuto nella scelta del corso di laurea a loro più congeniale.
E quando il Ministero diede a quest’attività la nuova denominazione “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento”, quest’ultimo sostantivo venne interpretato come la conferma che eravamo sulla giusta strada, convinti dell’importanza di impegnare gli studenti in percorsi esperienziali, sia pur brevi, legati al mondo del lavoro e utili anche per l’orientamento accademico-universitario.
Oltre ai percorsi che ciascuno studente compie in “azienda” (studi professionali e imprese, biblioteche e musei, ospedali e strutture biomediche, associazioni e fondazioni, uffici comunali…), sono risultati particolarmente significativi alcuni percorsi compiuti da un’intera classe.
Tra questi cito il progetto “A colpi di note”, che dall’ a. s. 2016/17 il nostro istituto propone ad una classe di liceo musicale, in collaborazione con Cinemazero, La Cineteca del Friuli e Le giornate del Cinema muto di Pordenone.
Il progetto didattico prevede la composizione, l’arrangiamento e l’esecuzione da parte degli studenti di una partitura per l’accompagnamento di cortometraggi muti, risalenti ai primi decenni del Novecento.
A questa attività principale vengono affiancati corsi volti a far conoscere il cinema delle origini.
Si tratta di un’esperienza unica e molto stimolante per gli studenti, i quali hanno la preziosa occasione di eseguire in formazione orchestrale – dal vivo, durante la proiezione pubblica del film, in una magica fusione tra immagine e musica – la colonna sonora da loro stessi creata”.
Questa la riflessione sul tema della dr. Barbara Sardella, dirigente dell’Ufficio Scolastico di Treviso:
“La recente vicenda tragica che ha riguardato uno studente in alternanza scuola lavoro ha suscitato un intenso dibattito sulla opportunità e sulla utilità dei percorsi di PCTO, portando anche qualcuno a sostenere che tali esperienze si riducessero solo ad un’ occasione di sfruttamento da parte delle imprese. Tuttavia ritengo che se da un lato sia assolutamente opportuna una riflessione sull’ aspetto della sicurezza di tali percorsi che porti ad una regolamentazione più efficace e adeguata affinché eventi come quello che è accaduto non debbano più ripetersi, dall’altro penso che tali esperienze, se realizzate attraverso una seria progettazione e una costante collaborazione e condivisione tra scuola, aziende e territorio, rappresentino non solo una preziosa opportunità che viene offerta agli studenti per cimentarsi in attività esperienzali al di fuori del consueto contesto scolastico, ma è anche una preziosa opportunità per le realtà produttive del territorio che, in questo modo, hanno la possibilità di fare conoscere le potenzialità occupazionali e le diverse professionalità impiegabili, soprattutto in un periodo in cui si registra una grande difficoltà nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Tale consapevolezza è già presente nella realtà imprenditoriale della provincia di Treviso, dove sono proprio le imprese che chiedono di incontrare le scuole e le famiglie. Qualche mese fa, in collaborazione con alcuni imprenditori, si sono tenuti degli incontri con studenti e genitori in cui si è cercato di far conoscere e far confrontare gli studenti con chi in azienda opera quotidianamente.
L’ obiettivo è anche quello di dare spunti utili alle scelte formative e professionali dei ragazzi, attraverso il racconto dei percorsi professionali e dell’organizzazione aziendale, cercando, nei limiti del possibile, di far superare incertezze e disorientamento nell’interpretare tanto le opportunità lavorative e formative post diploma, quanto le proprie reali inclinazioni e vocazioni”.