Conclusa la grande mostra, dedicata a Giovanni da Udine
A Udine sabato 11 settembre si è conclusa la grande mostra, dedicata a Giovanni da Udine, secondo la grafia dell’epoca ” Zvan da Vdene Fvrlano”.
L’evento è stato organizzato dall’Amministrazione Comunale della Città, guidata dal Sindaco Pietro Fontanini, coadiuvato dall’Assessore alla Cultura Fabrizio Cigolot.
Al termine della visita, ci si è confrontati con la dr. Vania Gransinigh, una delle coordinatrici di questo evento culturale eccezionale.
Quando è stata aperta la mostra?
Abbiamo inaugurato questa mostra, il 12 giugno scorso, quando i musei erano stati aperti da poco.
All’inizio c’è stato un momento in cui abbiamo temuto che i visitatori non tornassero nei musei, invece man mano che la notizia della mostra e le informazioni si diffondevano, abbiamo visto arrivare le persone.
Quante persone sono venute a visitarla?
Nel mese di giugno e luglio abbiamo avuto una media di 700 persone alla settimana, che sono una buona media, tenuto conto che Udine è una città non facile da raggiungere e in considerazione del periodo molto particolare per la vita sociale e culturale che stiamo attraversando. L’emergenza pandemica da COVID-19 ha pesantemente influito sulla riapertura dei musei al pubblico. E dal 6 agosto si è aggiunto l’obbligo del Green Pass che abbiamo controllato sempre, secondo quanto disposto dalla normativa a livello nazionale.
Per fortuna nel mese di agosto c’è stata una minima ripresa dei flussi turistici, per cui nella settimana di ferragosto abbiamo raggiunto e superato i 1100 visitatori, un dato che per Udine è significativo: non è una città di passaggio e quindi bisogna venirci appositamente.
Quando è stato deciso di organizzare questa mostra?
La programmazione è partita nel lontano 2019, quando non si sapeva cosa sarebbe successo. Con il lockdown siamo stati costretti a rinviarla per ben 4 volte.
Il sindaco Pietro Fontanini e l’assessore alla cultura Fabrizio Cigolot si sono fatti carico di questa iniziativa di grande spessore culturale per Udine.
Sulla base dell’esperienza vissuta, sicuramente sarebbe stato molto utile e prezioso l’allestimento di percorsi multimediali.
Di fatto siamo riusciti a tenere aperta la mostra per tre mesi, come era nelle nostre previsioni fin dall’inizio e quindi siamo molto soddisfatti.
Quante opere di Zuan sono state presenti nella mostra?
In mostra sono raccolti una sessantina di pezzi tra disegni originali, documenti, stampe, buona parte di queste testimoniano, in via indiretta, quello che egli ha realizzato nei cantieri di Roma, avendo lui operato come decoratore e frescante nella bottega di Raffaello. Dalle nostre collezioni provengono inoltre alcuni lacerti a stucco che furono trovati nella casa abitata da Giovanni da Udine in via Gemona.
In città si può ancora vedere la casa dove è nato, in piazza Garibaldi, la casa dove ha abitato in via Gemona. In piazza Libertà si può ammirare la Torre dell’Orologio, che risale al 1527; in piazza San Giacomo è ancora oggi visibile la fontana del 1542. Spetta a lui la progettazione e la realizzazione dello scalone a doppia rampa, che si trova sulla facciata nord del castello e risale al 1547.
Quanto è costata questa mostra all’Amministrazione Comunale?
La mostra è costata tra i 350.000/400.000 €. Purtroppo a causa della pandemia i costi inizialmente previsti sono lievitati parecchio, soprattutto quelli dei trasporti. Per fortuna l’organizzazione dell’esposizione è stata gestita tutta all’interno dell’amministrazione e ciò ha permesso di risparmiare del denaro.
Il progetto espositivo è stato ideato da Caterina Furlan e Liliana Cargnelutti, che sono le curatrici della mostra.
La Fondazione Friuli e Amga Hera hanno sostenuto validamente il progetto.
I prestatori, inoltre, hanno capito l’importanza di questo progetto e quindi hanno assicurato il loro appoggio nonostante i cambi di data che si sono susseguiti nel tempo. Le opere visibili in mostra sono così potute arrivare da Londra, Monaco di Baviera, Vienna, Lille, Roma e Milano e hanno permesso di far conoscere Giovanni da Udine al grande pubblico e questo è il risultato più importante.
Pietro Panzarino