Intervista a On. le Rachele Scarpa
L’on. le Rachele Scarpa, trevigiana, poco più che ventenne, eletta alle ultime politiche di settembre 2022, è
la più giovane parlamentare di questa Legislatura. La prima domanda è figlia della legittima curiosità…
Come e quando è nato questo interesse per la res publica?
Quando ho cominciato le scuole superiori al Liceo Canova di Treviso nel settembre 2011 mi sono
inserita nella Rete degli studenti medi, con il proposito di partecipare attivamente, per migliorare la
qualità della vita degli studenti. Insomma è scattata la scintilla di guardare con interesse alla politica, e il
desiderio di rimboccarsi le maniche quando si vede che qualcosa non va, che il contesto in cui si vive è
iniquo e si può cambiare. Poi con la Rete negli anni sono diventata coordinatrice degli studenti
progressivamente a livello provinciale, poi regionale, e sono stata impegnata anche a livello nazionale.
Purtroppo un’ischemia cerebrale bloccò i miei impegni a livello istituzionali.
A quando risale il ritorno all’impegno pubblico?
L’impegno non è mai mancato, anche mentre frequentavo la triennale di Lettere antiche
all’Università di
Padova. Nei mesi dopo il malore fu solo un po’ più lieve.
Invece la discesa sul terreno della politica nel territorio coincide con le el
abbiamo istituito un intergruppo per parlare di Benessere Psicologico, che si riunirà prossimamente per
ezioni del 2020.
Insieme ai miei amici decidemmo di partecipare da protagonisti nella
nostra Provincia di Treviso. Alle
elezioni regionali del 2020 fui inserita nella lista del PD a Treviso e ottenni un risultato importante. Con
4700 preferenze risultai la prima dei non eletti.
A Settembre 2022 sei stata eletta alla Camera e ti sei inserita nella Commissione Scuola. A quali disegni di legge hai apposto la tua firma?
Io sono nella Commissione Affari Comunitari, ma il mio legame con i temi rimane forte. Al momento ho
firmato per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchies
ta sul femminicidio e sulla violenza di
genere, il DDL Zan, un disegno per l’Istituzione di un fondo per sostenere l’accesso diretto ai servizi
psicologici e psicoterapeutici e per ultimo un DDL per disporre del diritto di voto fuori sede. Inoltre
impostare e avviare un lavoro parlamentare su un tema così importante e attuale.
Io credo che l’alternanza andrebbe completamente riformata e che i rapporti tra lavoro ed istruzione
andrebbero revisionati: è sicuramente un valore affiancare alla scuola l’occasione di “imparare a fare”, maquesto non deve essere intrapreso asservendo l’istruzione, pubblica peraltro, a logiche produttivistiche. E
poi se si vogliono avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro bisogna farlo mostrando loro innanzitutto i
diritti e le tutele che devono pretendere: non c’è nulla di più distante dalla crescita culturale e formativa
dell’essere sfruttati in un mondo del lavoro già precario, in cui il mercato sfrutta queste nicchie poco
normate o normate male per rendere permanente e duratura una condizione di precarizzazione. A ciò va
aggiunto che è assolutamente inaccettabile morire sul posto di lavoro, e non solo in alternanza
ovviamente. Un Paese in cui si è disposti a compromettere la sicurezza di una persona, e spesso la sua
stessa vita, per profitto, non è un Paese che si può considerare civile: è urgente mettere mano sulla
sicurezza sul lavoro e sul funzionamento dei percorsi di alternanza.