“In media stat virtus”: è il sistema integrato, in presenza e a distanza
Che una innovazione, magari “obtorto collo” della didattica all’italiana sia in atto è abbastanza evidente e fa notizia. La nostra scuola non è calibrata sui cambiamenti strutturali. Figuriamoci: non regge nemmeno il ritmo degli aggiornamenti che pure il più basico dei pc ogni tanto ci chiede. Liberamente costretta dal Covid-19 prova invece a rivedersi e a ripensarsi, a dispetto anche dell’estremo tentativo di resistenza di certo “conservatorismo didattico”. Quello – per intenderci – che tarpa sistematicamente potenzialità e inibisce opportunità, insistendo su una narrazione da ultimo giorno della vera scuola, autentica. Non è vero che un sistema scolastico si snatura quando si introducono strumenti e se si adottano pratiche nuove: l’innesto migliora la qualità della pianta. Questa settimana ho intervistato per OT Marco De Rossi, il creatore della piattaforma “We School” per la didattica a distanza, e Daniele Novara, fondatore del Centro psico-pedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti che ha appena lanciato un appello per la didattica in presenza. Agli antipodi, si potrebbe pensare. Invece è un sistema integrato, in presenza e a distanza, che entrambi vedono stagliarsi all’orizzonte non più troppo distante della scuola italiana.