“Dalla DaD Alla DiD Alla Dad”: il mantra della scuola del Covid
Dalla DaD alla DiD e dalla DiD alla Dad: il passo è breve. La Didattica Digitale Integrata è durata lo spazio di un mattino ed entro la settimana gli studenti dei licei e degli istituti tecnici e professionali faranno ritorno a casa. A tenerla aperta, la scuola superiore, alla fine non ce la si è fatta. E non per inadempienze e inottemperanze di Dirigenti scolastici professori e studenti. Che questi ce l’hanno messa proprio tutta a osservare protocolli di sicurezza, dispositivi di protezione e di igienizzazione, entrate e uscite scaglionate, percorsi labirintici per raggiungere le aule ed evitare di lambire anche di striscio altri esemplari della fauna scolastica. La causa è il trasporto, la calca è nei bus: con meno dell’80% a bordo non avrebbero acceso nemmeno il motore. Ma il paradosso (o la schizofrenia?) è adesso che gli studenti non si “assembreranno” più negli autobus e cos’è che ti decidono: di abbassare al 50% per cento la capienza. Mezzi del servizio di trasporto pubblico che avranno metà posti vietati e il resto vuoti. Quando una pandemia aguzza l’ingegno… Peccato ne sia stato sprecato in dosi massicce quando, la scorsa estate, si sarebbe potuto e dovuto investirlo su questioni molto più dirimenti dei banchi a rotelle.
La corsa all’impazzata del Coronavirus però continua a non voler dare tregua. E malgrado il proclama per una scuola in servizio permanente effettivo (con diuturne rassicurazioni di Governo e di Governatori), ieri il premier ha detto: “(Quasi) tutti a casa“. Pronta la replica del Presidente dei Presidi, Giannelli: “La sospensione della didattica in presenza non sarà senza conseguenze, ce ne renderemo conto nei prossimi anni”.
Ce ne siamo già resi conto. Anche troppo.
Già. Del resto per comunicare basta un acronimo. Via l’ortografia, la sintassi, la punteggiatura urticante. Non servono più. E non serve nemmeno sapere cosa sia un acronimo.
Con il Dad ecc. siamo al solito dadahumpa della scuola che si trascina da oltre 40 anni.
Organizzazione e sostanza. Lei richiama la sostanza. Si mette dalla parte dei giovani.
Ripropongo un post recente.
“Le riporto un pensiero su diavolerie e tendenza giovani: Ma oggi non va di moda Instagram?
«Certo, copiato spudoratamente da Snapchat. È meno macchinoso da gestire. Comunque Tik Tok sbancherà tutti. La app cinese fatta solo di video attira i ragazzini. Le nuove generazioni NON leggono e NON scrivono: GUArdano e basta». Gianluca De Bortoli, dagospia “
La scuola in presenza, in condivisa teoria, rappresenta una sorta di linea del Piave della resistenza di una società a qualsiasi cataclisma. Scuola è sinonimo di speranza, evoluzione, felice convivenza. Ma questo sconosciuto virus ha colpito in modo così duro e imprevedibile che chi governa è costretto a prendere delle decisioni. Le quali, se nessuno può certificate siano le migliori in assoluto, si ipotizza siano almeno quelle che producono il danno minore, anche se grande. Poi… è noto che ogni italiano, come si sente commissario tecnico della nazionale, si sente anche in grado di gestire una pandemia…