62 euro di benzina
In un’orgia di pensieri superstiti (ieri sera sono stata a una bella serata alla cantina Anno Domini 47 di Roncade) oggi ho avuto un’illuminazione. Mi sono convinta che la lucina che decorava il cruscotto della mia Punto blu-petrolio-pasoliniano non fosse esattamente decorativa.
Mi sono convinta – potere delle sinapsi-in-contatto-reciproco – che quella lucina non fosse stata messa lì dal signor Fiat per sciccheria, ma per una ragione reale. La ragione (tristemente) reale era che il mio serbatoio era (tristemente) vuoto.
Così – all’illuminazione – è seguita la decisione (cfr. "di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno") di fermarmi dal benzinaio Marco. Il quale era nullafacente e sembrava non aspettasse che me.
Quando mi ha visto infatti si è illuminato anche lui come la lucina del cruscotto. Poiché Marco è un serbatoio di gentilezza mi ha chiesto come stavo eccetera.
In un’orgia di sensazioni positive ho creduto che fosse veramente interessato a me. E anziché osservare il rullo con i numerini che scorreva sulla pompa di benzina (una sorta di slot machine mangiasoldi) ho sistemato i capelli e messo un po’ di rossetto sulle labbra.
Solo alla fine dell’operazione "cosmetica illusione" ho realizzato che i 62 euro apparsi come per magia sul display della pompa di benzina erano il mio debito nei confronti della lucina del cruscotto, dell’illuminazione, del signor Fiat e, per finire, del benzinaio Marco.
Che mi ha congedato dicendo che legge pure il mio blog! Questo post, dunque, lo dedico a lui!