La tassa sul water
Scrive in versi l'amico quasi-poeta Charles Piasentin che, andando avanti di questi passi (leggi:balzelli), dovremmo aspettarci pure una tassa sul bidè.
Non ha tutti i torti.
L'ultima news che ci arriva da Confedilizia, che ha messo il naso tra le tasse annunciate sottotono , è che in futuro ogni famiglia che utilizza un ascensore potrebbe sborsare fino a 350 euro l'anno per andare su-e-giù (il riferimento a un atto sessuale consensuale è puramente casuale) dal piano terra al piano appartamento.
Come dire che la stragrande maggioranza di italiani che abitano in quegli atroci casermoni di periferia, o in un condominio a tre piani o comunque in una casa con ascensore si vedranno sì tolta la Tasi sulla casa (se la casa è loro), ma dovranno pagare tuttaunaseriediverifichedisicurezzasull'ascensore che – di fatto – gli costeranno come o più della Tasi.
Tranquilli: i possessori di villetta con giardino non hanno per il momento nulla di cui lamentarsi.
A meno che.
A meno che, come verseggia Charles, il governino non si sogni di tassare (l'ha fatto con il televisore, no?) il phon, la lavastoviglie, la lampada alogena dell'ingresso, il bidè o il water.
Pensateci: tutti possediamo un water, e una microscopica tassa su quell'oggetto che usiamo svariate volte al giorno farebbe introitare nelle casse dello stato un bel po' di piani di banconote!
Bisognerebbe, attraverso un sondaggio, o una rilevazione, o un censimento, stabilire quante volte al giorno uno utilizza il water, quante volte tira lo sciacquone, quante volte la fa liquida, gassata o sostenuta e tassare l'evacuazione proporzionalmente alla consistenza. O alla puzzetta emanata.
Sì, lo so anch'io che siamo finiti nella merda. Ma quella almeno per il momento non è stata (tar)tassata.