Elogio della lentezza e delle nutrie
Bene. Eccomi di nuovo qui.
Mi ero presa una pausa. Cioè. Era la pausa (o meglio l'influenza) che si era presa me. Un'influenza fuori stagione. Il mio naso ha cominciato a gocciolare mentre fiorivano le primule.
Non c'è niente di peggio di un naso che gocciola sopra un prato che occhieggia di margherite. Scherzo. Ci sono un sacco di cose peggiori. Al mondo, in Italia, in Veneto, a Treviso.
Pochi giorni fa nella Marca gioiosa i temi caldo-gocciolanti erano due: dare la cittadinanza ai minori figli di immigrati e salvare le nutrie.
Luca Zaia (con l'amico o ex amico, non si sa, Tosi) ha detto subito no alla cittadinanza, attirandosi – da parte di parecchia gente – quella simpatia che ultimamente s'era rintanata piuttosto lontana dal governatore a riccioli. Quanto alle nutrie (specie di toponi/marmotte che hanno preso casa un po' in tutti i fiumi e i corsi d'acqua della regione), Zaia non ha detto nulla, ma i trevigiani hanno organizzato una piccola crociata virtuale/epistolare per salvare la specie che, sia chiaro, non è affatto in estinzione, anzi prolifica alla grande.
Nutrie e diritto di cittadinanza hanno tenuto banco nei discorsi da osteria e nei media. Poi l'interesse è scemato: le nutrie, a quanto pare, sono state salvate. La cittadinanza ai minori resterà un progetto caldeggiato solo da poche teste calde, come la mia (calda, anche se la febbre è passata).
E allora?
Allora, niente. Niente novità eclatanti. Berlusconi deve rispondere di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, ma – visto che è l'unico in Italia che può difendersi trasmettendo due ore di docutestimonianza sulla sua onestà – sta ribadendo agli italiani che lui è un tipo per bene, anzi: probo, generoso, leale eccetera. E che se è un po' godereccio, pure questo gioca a suo favore. Andrà a finire che si prenderà una laurea honoris ruby per la capacità di infinocchiamento, ehm: volevo dire infiocchettamento, della (sua, ma non ci crede neppure lui) verità.
E poi, le solite cose. L'Italia dovrà trovare un miliardo di euro per pagare la cassa integrazione straordinaria, e siccome il miliardo non ce l'ha, dovrà tagliare qualche spesa superflua per ottenerlo. Non è da escludere che si taglierà un po' sulla scuola (sarà mica una risorsa?) o sulla sanità, tanto ormai pare che la gente abbia rinunciato a curarsi, perché le spese per i medicinali non sono poi così essenziali.
In ogni caso – be': questo è davvero un post post-influenzam – oggi è la giornata mondiale della lentezza.
Quindi, prendete le cose con calma.
Se non vi riesce e volete un consulto/consiglio, vi do il cellulare di mio figlio. Ammesso che risponda.