Tu chiamale, se vuoi, elezioni
Conto alla rovescia.
Il mio computer dice che mancano tre minuti alla chiusura dei seggi e all'apertura delle urne. Della serie: chi ha dato, ha dato. O, meglio: chi ha votato ha votato.
Non ho la più pallida idea di come sarà il risultato.
Ma già so cosa succederà nei miei paraggi nelle prossime ore.
Mio papà Charlie (Armando, all'anagrafe) si piazzerà sul divano, davanti alla tivù. Farà zapping tra un canale e l'altro cercando di leggere e immagazzinare più dati possibile. Mia mamma gli farà compagnia, leggendo il Corriere della Sera (tutto, anche le ultime pagine, sport a parte). Ogni tanto mio padre guarderà mia madre senza dire niente. O quasi.
Lei gli chiederà: E allora? Che succede?
Mio padre farà la faccia del caso. Lui che parla tantissimo (e ad alta voce) comunicherà con gli occhi. E mia madre capirà.
Lui e lei staranno tutto il giorno (e la serata/nottata) in attesa. Domani diranno qualcosa. Vedremo cosa.
A casa mia, mio figlio Umby si sintonizzerà sul cane monoSimpson. Si incollerà al solito cartone e riderò da solo. Aprirà contemporaneamente il computer, sfoglierà pure l'iPad. E si guarderà bene dallo sfiorare qualsiasi notizia di politica. Mentre le urne, come un vulcano in eruzione, getteranno lapilli e voti, mio figlio Umby sbriciolerà biscotti sul tappeto e si gratterà i piedi. Risponderà anche a un sms: Esci? – Sì, tra poco. – Tra poco quando?
Il coniglio James, sul davanzale, assisterà alla scena: mi vedrà rientrare in casa trafelata.
– Umby: passami il computer, devo vedere com'è andata.
– Com'è andata cosa?
La vicina di casa di sotto forse suonerà il campanello.
– Avete un'atra volta riempito di spazzatura lo sgabuzzino della spazzatura. Lo sapete o no che quello sgabuzzono va lasciato sgombro dai sacchi d'immondizia?
Io risponderò educata: Grazie! Signora lei è sempre gentile: provvederemo subito a sgomerare lo sgabuzzino delle immondizie dalle immondizie.
Umby, smanettando sulla paly station (nel frattempo ha acceso pure quella) chiederà annoiato:
– Chi era?
– Bersani.
– Un nuovo vicino?
Sono le 15: i giochi sono fatti.