Caro Babbo Natale che stai sui Monti
Caro Babbo Natale,
non ci speravi, eh?
Oltre al tuo orribile cappello, scommetto che ti eri già messo in testa che quest'anno non ti avrei scritto.
Avrai pensato: questa – con l'esperienza – avrà capito che sono un po' bufala. Che porto solo i regali che lei si potrebbe tranquillamente comperare da sola. Avrà capito che non azzecco una sestina al superenalotto neanche se mi si tortura a suon di solletico sotto i piedi.
L'avrà capito – ora che non è più una bambina e nemmeno un'adolescente – che sono la più grande illusione della Favola moderna; che non mi si può chiedere il mondo, perché di tondo ho solo la pancia. L'avrà capito, no?
Bene, caro babbonatalone dei tuoi stivali, sappi che – anche se ti leggo nel pensiero – so per certo (e per esperienza!) che non sei cinico come vuoi far credere.
So che, in fondo ai tuoi mutandoni di lana rattoppati (dove evito di pensare tu abbia attributi sessuali vagamente maschili e niente affatto fiabeschi), ti batte un cuore. Be', magari ho toppato un po' con le coordinate geografiche del tuo corpo, ma non è in queste inezie che intendo perdermi.
Anche quest'anno, ti ho scritto perché – a prescindere dai regali che vorrei ricevere (tranquillo: sono sempre gli stessi, fai copia e incolla e cerca di non deludermi) – volevo dirti che forse mi candiderò. O forse no.
Non so di preciso a cosa mi candiderò, ma voglio proprio sciogliere le riserve. E' inutile che la tiri tanto per le lunghe. E' vero che finora nessuno mi ha chiesto nulla. E' vero che non c'è nemmeno uno straccio di PFD (Partito della Formìca Variopinta) a tirarmi per la sottana, a propormi una carega, una coalizione, un macchiatone con la brioche. E' vero che finora non ho ricoperto nient'altro che un divano macchiato di pipì di coniglio nano, ma non credo che ricoprire un incarico politico richieda maggiore professionalità di quella maturata (col divano, intendo). Anche la politica avrà i suoi nei e io sono un'esperta nel correggere le imperfezioni. Lancome e Kiko, poi, mi aiutano moltissimo. Insomma, io vorrei fare un po' come Mariotto Monti: piazzarmi davanti agli italiani e improvvisare un bel discorso di due ore per dire, solo alla fine, che sono disponibile. Ma anche no.
Poiché però mi rendo conto che, dopo due ore di monologo montiano, la curva di attenzione degli italini sia arrivata a Johannesburg, mi rivolgo a te per farti conoscere la mia decisione. Che è senz'altro questa. O quest'altra.
Ti auguro buone feste e ti strizzo tanto la punta-a-palla del naso, che sarà piena di punti neri.
La tua Emanuela