I regali del Parlamento, sotto Natale
Comprati i regali di Natale?
Spero non abbiate scelto le gomme-da-neve. Fino a dieci giorni fa non servivano (bastavano le catene-da-neve), poi il Governo ha stabilito che erano meglio le gomme, così chi aveva comperato le catene (come mio papà) è tornato dal carrozziere a chiedergli se poteva riprendersele indietro e sostituirle con le gomme.
Il carrozziere (clemente) ha detto sì. Si è ripreso le catene, ha messo all'auto di papà le gomme da neve, gli ha fatto pagare quei due/trecento euro del caso e via.
Il mio papà (che ha quasi 80 anni e non ha mai infranto la legge in vita sua) era soddidfatto. "Ho le gomme da neve", sembrava dire ogni volta che metteva in moto la sua Panda.
Si sentiva molto nella norma.
Oggi, una settimana dopo la decisione presa una settimana fa, il parlamento ha cambiato idea: le gomme non servono più, per la neve bastano le catene. Io, al mio papà, non lo dico.
Faccio finta di niente (e spero che la notizia passi inossservata).
Voglio dire: se il governo fa una figura da chiodi alla settimana, non è che me ne posso assumere la responsabilità, giusto?
Qualcuno mi dirà: hai votato alle ultime elezioni?
Devo rispondere sì. E quindi, sì: è vero, mi devo assumere la responsabilità di aver cambiato idea, cioè decreto legge, nell'arco di una settimana.
Poi mi lamento se mio figlio vacilla con pensieri e parole.
Comunque, il governo e il parlamento – in questa vigilia di Natale o della Fine del mondo (il mio benzinaio mi ha appena ricordato che -s-cade domani) – oggi ha addobbato la discussione con tanti di quegli emendamenti (bis, ter, quater, eccetera) che se uno era seduto lì a Montecitorio o a Palazzo Madama sentiva la testa che gli girava anche se non aveva ancora bevuto uno spritz.
Prima di naufragare ( o di fare, insomma, quella cosa che fanno i governi prima di esalare naturalmente l'ultimo respiro esecutivo), Monti e il suo staffone hanno messo alla fiducia del Parlamento qualcosa come 500 emendamenti.
Hanno tolto qui, aggiunto lì.
Hanno fatto un tale casino coi fondi che sfido un economista della Sorbona a capirci qualcosa.
Quello che pare sia avvenuto, nelle nostre aulone, è che comunque:
1. le catene ci possono stare;
2. l'unievrsità pubblica (la privata ha ricevuto quanto bastava) si può accontentare di 100 milioni di euro, anzichè dei 400 chiesti dagli atenei;
3. L'editoria (quale? quali sono gli editori che svolgono un servizio pubblico?) nel 2013 riceverà 40 milioni in più, mentre tivù locali e radio (quali?) riceveranno dal governo, cioè da noi tutti, 15 milioni di euro in più rispetto all'anno passato;
4. …
5,…
Mi rifiuto di continuare il decalogo. Non mi sento nè Mosè nè Moser.
Non sto sul Sinai (al limite a qualche chilometro dal Sile), e non ho intenzione di pedalare allo sfiato per arrivare prima. Anche perché – se arrivassi prima – un decreto del governo dell'ultima ora prenatalizia potrebbe stabilire che chi è arrivato primo è, di fattto, l'ultimo.
Ma non era la Bibbia o il Vangelo che diceva qualcosa di simile?
Gli ultimi saranno i primi….
Nemmeno questo devo dire al mio papà. Lui e la sua Panda con le gomme-da-neve potrebbe(ro) decelerare allo spasimo.
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