Al semaforo
Rosso.
Ovvio che mi fermo al semaforo: è rosso. E poi davanti a me ho almeno sei sette auto. Ferme anch’esse.
Penso che posso approfittarne. Prima che il semaforo diventi verde, posso fare una telefonata, rimettermi il rossetto, o il fard che è volato via dalle guance.
Posso pure darmi un’occhiata distratta nello specchietto: la matita blu si è quasi dissolta. E’ scivolata sulla palpebra inferiore. Forse dovrei ripassarmi il copriocchiaie. Dove l’ho messo? stava qui nella bustina dei trucchi. Un Oki! Ecco dov’era. Solo che mi serviva ieri: oggi per fortuna non ho mal di testa. Che ha da suonare quello dietro? ah! mi sa che il semaforo era diventato verde. Vabbe’: adesso è di nuovo rosso e mica posso passare. Il bollo. Quando mi scade il bollo? Di solito è mio papà che si occupa di queste cose: bollo, assicurazione…Le multe no. Quelle sono compito mio. Questa, per esempio: l’avrò pagata? Mi sa che me ne sono scordata. Comunque fa caldo per essere fine settembre. Quasi quasi alzo l’alria condizionata. Ma no. meglio che abbasso il finestrino. Tutti e due i finestrini.
– Carmen! Ciao, come stai? dove stai andando? io devo passare alla Coop. Un caffè? sì. Va bene. Appena scatta il verde, lascio questo incrocio e parcheggio.
Ma chi è quello stronzo che mi strombetta dietro? Oh mamma! E’ il secondo verde che mi lascio scappare. Devo essere un po’ rinco. Sì: vabbe’. Hai ragione a farmi gestacci, ma non è colpa mia se il rosso dura così poco. Una non ha nemmeno il tenpo di pensare alle sue cose, di salutare un’amica, di controllare le bollette che – zac – il verde passa. Ridiventa rosso.
Dovremmo trovare una soluzione cromatica che regoli gli incroci in modo diverso.
Non si può passare dal verde all’arancio (se uno lo nota) al rosso e vedere la stessa sequela di colori ripetersi all’infinito. E’ tutto troppo prevedibile. Facciamo una legge, magari un referendum, per chiedere che all’incrocio semaforico vengano insatallati tutte le luci e i colori dell’arcobaleno: il viola melanzana, l’indaco, il giallo peperone, il grigio talpa di fogna, il bianco latte, il fucsia bocca di rosa, il marrone cacca di caramello.
Io vorrei un semaforo declinato sulle tinte dell’azzurro: celeste (via libera ai pensieri), azzurro (concentrati su te stesso), blu notte (affoga i dilemmi e goditi l’unica alternativa).