Grave o acuto?
Noi non avevamo l’agnello nel forno.
E quindi, a casa mia, un paio di mattine fa il risveglio si è svolto più o meno così.
Ore 7. Io sono in cucina (faccia da limone) che spremo un po’ di arance e faccio il caffè (operazioni che mettono a soqquadro l’unico angolo ancora pulito della stanza). Mia figlia Stefania mi raggiunge.
Io: Già sveglia? Ma se sei andata a letto alle due…
Lei: Devo studiare.
Mia figlia non è una gran conversatrice (o forse ha dormito neanche cinque ore e pensa di godersi in silenzio il passaggio insidioso dal sonno alla veglia). Accende il portatile, sul tavolo della cucina, e va presumibilmente su Facebook (non ci vuole un indovino per leggere dietro il coperchio del suo laptop). Guarda il monitor e poi mi guarda assonnata-sprezzante: Che casino che stai facendo…
Mia figlia è convinta che io sia un’incorreggibile disordinata trattino pasticciona. E poiché crede di essere ordinata trattino perfettina non perde occasione (ne trova più dei voti della Polverini) per prendere le distanze dal mio modo di fare.
Io (impermeabile ai suoi sbottini ma interessata a un discorso interrotto qualche giorno prima): E comunque la differenza tra sineddoche e metonimia è labile.
Lei: non è vèro (pronunciato con la vocale aperta).
Io: Sì che è véro (pronunciato con la vocale chiusa).
Lei (cocciuta): Non è vèro. E ora ti spiego perché.
Prende a ditteggiare sulla tastiera, va su wikipedia, su www.accademiadellacrusca.it poi non so su quali altri siti e snocciola esempi per lei evidenti (per me meno) di differenza sostanziale tra sineddoche e metonimia. Che lei continua a pronunciare alla latina e io alla greca. Beviamo il caffè (tutte e due senza zucchero, io nero lei macchiato). E io butto là che anche tra litote e eufemismo in fondo c’è una sfumatura impercettibile. Ovvio che non è d’accordo. Nemmeno sulla pronuncia di litote che per me è sdrucciola chissà perché, per lei è piana.
Apre il Dop on line e, sì, mi conferma che in questo caso ha ragione lei. E vabbè. E quando mi stupisco che anche il Dop sia finito on line, lei mi guarda stupita: ma Mamma! tutto è on line.
Io: Allora anche il mio disordine. La pulisci tu la cucina?
Questo per dire che il risveglio a casa mia, nemmeno sotto il ramoscello d’ulivo, a che fare con gli ameni risvolti della festività. Tra la spremuta d’arancio e i fondi di caffè io emia figlia mastichiamo non fette biscottate, ma figure retoriche. Perché non siamo esattamente una famiglia da Mulino bianco. Litote, eufemismo, perifrasi o what else?