Eppure il vento soffia ancora
Eppure il vento soffia ancora.
Ieri, e l’altro ieri, a Trieste c’era una bora da scompigliare i capelli a una Medusa. Mia figlia Ste – da Trieste – mi ha mandato un messaggio (una cosa privata, per questo la condivido con i miei cinque lettori): Ciao mamma! Il cellulare a Trieste non prende perchè la bora si è portata via anche il ricevitore vodafone. Oltre a piante, motorini, segnali stradali, semafori, cartelloni pubblicitari, qualche camion troppo alto e stretto. Oggi, lungo corso Italia, stavo per essere investita da un sacco nero dell’immondizia che attraversava indisturbato la strada. Il mio tetto è coperto da circa 10 centimetri di neve. E nevica pure nel bagno, dal lucernario. C’è un tempo simpatico, insomma.
Credo che la Bora abbia smesso di soffiare, oggi. Si sarà stufata. Quelle due guanciotte rigonfie le donavano pochisimo, del resto, e poi, soffia un giorno, soffia due, le saranno pure venute due palle, volevo dire: rughe, così intorno agli occhi.
Eppure il vento soffia ancora. Magari non è la Bora, il Phoen, il Maestrale, il Grecale…Magari è un venticello primaverile, di quelli che "sussurrano canzoni tra le foglie. Baciano i fiori. Li baciano e non li colgono" (cfr. Pierangelo Bertoli e Luciano Ligabue: http://www.youtube.com/watch?v=H7ChF38Ihiw&feature=related).
O magari tira proprio una brutta aria. Di quelle da golpe, cioè, volevo dire da golf, da piumino, da sciarpetta. Di quelle da "Cazzus: siamo proprio sicuri che non siamo in pericolo?". Di quelle arie che uno non serve che se ne dia tante perché la puzza sotto il naso la sente comunque.
Già. Pare che tiri una brutta aria. E non perché oggi si sono fermati pullman, aerei, metrò, treni e (parzialmente) scuole. Non perché Papi ha alitato e tuonato Al complotto! Al complotto!, e neanche perché l’aria è piena di quelle PM che sembrano zecche inquinanti sulla superfcie di atomi di ossigeno, saliva al veleno ai lati della bocca di quella gnocca di Natura. No: tira una brutta aria anche se non si muove un autobus.