Bianco, rosso o Brunetta?
Appurato che su Brunetta è veramente trooooppo facile fare battute degne di rilievo (questa – giuro – era quasi involontaria), sto pensando di (ri)abilitarne la figura. Non in senso politico, ovviamente. A fare questa figura si arrangia lui. Sto pensando di (ri)abilitare il Brunetta-uomo, di farlo passare per un figo di quelli da ALI (l’acronimo sta per Attacco di Libidine Irrefrenabile).
Sì perché tutte ‘ste battute sul PM (Piccolo Ministro) lasciano lo spazio che trovano…Guccini, ad esempio, al concerto di Padova di venerdì scorso, ha detto qualcosa del tipo: "Stanno pensando di candidare Brunetta a sindaco di Venezia: hanno pensato al problema dell’acqua alta?". Risatine moltiplicate per seimila bocche…Il fatto è che Brunetta ha un suo spessore, che va oltre il suo metro e un do. Brunetta ha l’audacia dei miti eroici del passato.
Ieri, al cinema, ho visto il trailer di Robin Hood interpretato da (inspirate, petto in fuori) Russell Crowe (espirate e basta) e ho pensato: "Ecco! uno come Brunetta che vestito da ministro sembra un po’ una pantofola del nonno Sebastiano, con la pelle di daino sul petto villoso e un bell’arco e le frecce e i calzari alla Cupido, ma da bosco selvaggio, non potrebbe essere scambiato per l’eroe inglese?". Sarebbe tale e quale lui. Anzi c’è da chiedersi perché Ridley Scott non abbia preso Renato invece di Russel…Forse, Ridley, non sapeva (ancora) che tra Robin Hood e il ministro Brunetta c’è la stessa fiera audacia, ispirata da un analogo obiettivo.
Robin (Hood) prendeva ai ricchi per dare i poveri, Renato (Brunetta) vuole prendere ai poveri pensionati per dare ai giovani (poveri in canna, visto che non lavorano). Proprio oggi, a una trasmissione tivù (lo riaffermo fermamente che abolirei la tivù per legge), il ministro Renato ha proposto di ridurre le pensioni di anzianità per dare ai 18enni una paghetta di 500 euro mensili in modo tale che possano andare fuori dalle balle (dei genitori) e finirla di fare i bamboccioni (che fa rima con fannulloni, cioè la categoria con cui Renato ce l’aveva prima).
Il nostro ministro, insomma, a prescindere dalla sua (irraguardevole) altezza sembra dotato. Di creatività, senso dell’humor e di uno spirito battagliero degno di un grande hidalgo. E poiché il fascino non si misura in millimetri (altrimenti Marylin, tappa quanto me, non sarebbe stata la travolgente bellezza che è stata), sono sicura che Brunetta ha uno charme tutto suo dentro il corpo-cammeo, una bellezza mooolto interiorizzata, una figaggine esclusa, cioè: volevo dire: esclusiva. D’altra parte non si dice che nella botte piccola ci sta il vino buono? D’accordo: Brunetta più che quella di una botte ha la capienza di un bicerin da sgnapa, ma magari un elisir lo possiede. Anzi: propongo all’amica Cinzia di lasciar stare il Rosè e di avviare la produzione di Brunetta, un vino a bassa (come potrebbe essere altrimenti?) gradazione alcolica, inodore, insapore ma che – proprio per queste caratteristiche organolettiche – si abbina bene con ogni pietanza, dolce, saporita, piccante e – ovviamente – con ogni boccone. Amaro.