Gli dei torneranno
"Da ragazzo vissi sempre con la testa piena di vento. Vidi una volta un bambino che correva nel cortile con uno straccio sugli occhi e un’estrema sicurezza che fu distrutta bruscamente quando andò a sbattere contro la palizzata dell’orto. Per molto tempo io andai avanti alla maniera di quel bimbo. Non mi chiedevo il perché delle cose, mi limitavo a starci dentro con fervore avventuroso, con la faccia rossa e piena di stupore, come uno che abbia fatto una lunga corsa."
E’ l’incipit de Il Trono di Legno, uno dei libri più belli di Carlo Sgorlon. Non il mio preferito, che resta Gli dei torneranno. Un libro mitico e magico.
La notte di Natale, Carlo Sgorlon, uno dei più grandi scrittori italiani, il più grande scrittore friulano degli ultimi anni, è morto. A lui Mauro Corona ha dedicato Storia di Neve e, oggi, un ricordo (taglio basso, prima pagina) sulla Tribuna di Treviso.
Sgorlon aveva 79 anni. Da autore ha cantato il Friuli con voce vibrante e autentica, una prosa magistrale, una narrazione evocativa, molto vicina a quella di Marquez.
E’ morto (un po’ in ombra) Carlo Sgorlon, non i suoi libri. Che vivono in noi.