Obama No-bèl
Appena saputa la notizia, ho rispolverato (e lucidato, oh yes!) la pins con il faccino di Obama che mi aveva regalato Cinzia.
L’ho punzonata sulle tette (aaargh! le mie tette per quanto purtroppo soggette a quell’antipatica della Forza di Gravità non risultano purtroppo insensibili alle punture da aghi-da-balia) e sono uscita di casa fiera.
Maglietta nera, jeans bianchi, tacchi 4 centimetri (il massimo tallonabile), sono zampettata fuori-porta mettendo in bella mostra appena sotto il décolleté la faccina sorridente di Obama-Premio-Nobel-Per-La-Peace. Oh yes! We can!!!!
Reazioni.
Non vedo. Alcuni amici, casualmente incontrati al bar, hanno fatto finta di nulla. Dopo avermi guardato-di-sfuggita le tette, hanno pensato di parlare del "clima straordinariamente caldo per essere ottobre". Io ho interloquito amabilmente sulla temperatura esterna sventolando le salviette all’altezza della pins-Obama. Nulla: non ho sortito effetto-alcuno.
Non parlo. Un conoscente, in area-parcheggio, mi ha tolto un capello biondo dalla spalla. Ha sfiorato con la pupilla pudica il mio seno e mi ha congedato: "Devo proprio andare…ho una di quelle giornate!" Già: una di quelle giornate….Ma di quale?
Non commento. Intercettata sulla soglia dell’ufficio, una simpatica collega ha sgranato gli occhioni nocciola (delimitati da una sapiente linea di eyeliner) sulla spillotta che avevo ad altezza-capezzolo."Grande! – ha detto – Quest’anno vanno di moda così! Le spille dico! Io ne ho una simile che riproduce me e mio marito mentre pronunciamo il fatidico sì di fronte all’altare! Quasi quasi me la punzono anch’io sul petto. Va be’ che io e mio marito abbiamo divorziato da otto anni, ma chi se ne frega? se vanno di moda le pins io riapro il guardaroba dei ricordi e via, mi do all’archeologia della bijotteria!"
Non sento. Due colleghi maschi (miopi, presumo) hanno finto di non notare l’Obama pins finché non gli ho pra-ti-ca-men-te messo le mie tette a livello di percezione oculare. Dopo di che hanno avuto una reazione prevedibile: "Però!", hanno esclamato all’unisono. (Solo) lievemente perplessa ho glossato: "Ha preso il Nobel!" Risposta all’unisono: "La tetta destra o la sinistra?"
Non tocco. Un amico – maschio – dopo aver messo a fuoco l’effigie-Obama ha avvicinato il naso al mio torace sino a sfiorare la pins. "Non ha nessun profumo, a parte quello del successo meritato", gli ho detto (nel tentativo di fermare l’ispezione). "Volevo accertarmene di persona", ha risposto (il pollo).
Non ci credo. Un ragazzino di 15 anni mi ha finalmente chiesto perché fossi uscita di casa con la faccia di Obama appiccicata alla maglia (le mie tette un 15enne – giustamente – manco le nota). Gli ho risposto che la mia era un’azione evocativa. Volevo rivelare al mondo che ero contenta perché l’unico presidente che riconoscevo aveva vinto un premio prestigioso come il Nobèl. Lui, il ragazzino, mi ha guardato complice attraverso la montatura blu-notte degli occhiali e spontaneo, come un mare di topinambùr sull’alveo troppo asciutto di un torrente d’ottobre, mi ha risposto: "Infatti, Obama no l’è tant bel".
Se non siete veneti cercate di comprendere la battuta. Che lascia il tempo che trova, ma che pure è simpatica. Perché è spontanea e autentica e viene dal cuore e dalla bocca di un 15enne che oggi – davvero – non ha niente da perdere e nessun premio da guadagnare.