Signora Depp
Monica e Serena (rispettivamente quinta e sesta lettrice del mio blog, nonché prima e seconda "befana-del-mio-cuore"), sono un po’ sul chi-va-là.
"Non parli più di George!", mi hanno accusato l’ultima volta che mi hanno incrociata. E poi, visto che l’argomento le pigliava troppo, hanno aggiunto: "Ma che? ti sei comprata i ray-ban? e come fai ad avere una 38? e quando andiamo ad ubriacarci? e perché ci hai snobbato nel blog? e quando ci mandi il menabò di quel libro che sei in ritardo cosmico? e hai più visto Tizio Caio e Dintorni?"
Ora, a Monica e Serena, dico senza mezzi termini che "ho piantato George". De-fi-ni-ti-va-men-te. Dai: diciamocelo: lui non mi meritava per nulla. Io ero qui, in carne morbida e profumo Givenchy, in vaga profusione d’affetto/afflato cosmico, in stato di perenne eccitazione/ecchimosi sessuale e lui? lui starnutiva dietro alla pollastra di turno. A un certo punto, etcccì, ho detto basta. E ho avuto la diamantica intuizione di rimettere i piedi-per-terra- Di rivolgere la mia attenzione, la mia affezione profonda (non vi dico fin dove arriva) a qualcuno di più raggiungibile: a una figura tangibile, reale, vera, tastabile. E così mi sono quasi ufficialmente invaghita di Johnny Depp.
Be’. Che c’è di strano? l’ho visto (dimensione grande schermo, Sala 2, cinema Verdi) in Nemico Pubblico mentre faceva la parte del gangster-di-cuori. Avete presente? no: non è l’asso-nella-manica. Non è la carta che vi manca per vincere la mano. E’ l’uomo che volete per chiudere la partita.
Depp, nel film (oh yes) fa uno di quei personaggi che dicono alla donna che amano frasi del tipo: "Tu sarai la mia donna". "Io non ti tradirò mai" "Fidati di me. Ti fidi?". Un uomo che alla domanda: dove vuoi andare risponde: "Ovunque. Con te".
Chiamatemi Signora Depp.