Se potessi avere otto miliardi in meno
(Avvertenze: l’incipit del sottostante post, non va letto, ma canticchiato. La musica la conoscete. Non dite di no. E’ sempre la stessa. Pronti?)
Se potessi avere (trallalà)
otto miliardi in meno di euro (trallalà)
risparmierei un sacco di soldini
che (trallalà)
potrei investire in un settore un po’ più figo.
(Ora potete smettere di canticchiare – la stonatura era abbastanza evidente: siete fuori esercizio! -e leggere)
Insomma è successo, proprio in queste ore di tempo balengo che il Governo nostrano ha tagliato 8 miliardi destinati alla scuola pubblica. Ma pensa un po’! Dovevansi risparmiare denari da qualche parte? e allora! siamo un po’ più tirchi con la scuola. Che oltre a formacchiare intelletti pensanti e a insegnare l’abc (non molto altro) non è che produce ricchezza-da-banche o da bilancio o da pil. Produrrà qualche ragazzino che sa leggere e scribacchiare, ma queste abilità fanno davvero andare avanti un paese? Eh, dai! I dati dicono (non li ho sottomano, ma è facile procurarseli) che l’agricoltura – settore traninante dell’economia nel Medioevo (e fino a qualche lustro fa, a pensarci) – sta perdendo addetti e che i giovani devono tornare a campi. No: non andare a imboscarsi con le morose e i morosi (non solo, questo, per lo meno): devono andare a lavorar la terra che – ha detto Zaia – è l’unica multinazionale che val la pena di sostenere.
E allora! togliamo sti soldi alla scuola (che sono poi 8 miliardi in meno? un’inezia, in una scuola che ha già tutto quello che serve a sopravvivere) e diamoli a qualcun altro. A qualcos’altro. E poi, scusa, gli 8 miliardi non serviranno nemmeno per le spese di personale visto che nei prossimi 3 anni, a scuola, soggiorneranno 134 mila insegnanti in meno. E poi, il Parlamento si è impegnato a dare più soldi alla scuola privata e paritaria con il nobile scopo di far decidere i genitori dove mandare i proprio figli, se qui o se lì (scritto con l’accento, ché non è un pronome!) e dunque c’era pure bisogno di un po’ di liquidità, no?
Bene: anche questa è fatta. Ah! scordavo: a votare a favore all’assegnazione di più fondi alle paritarie sono stati Udc, Italia dei Valori, Pdl.