A qualcuno piace gatto
L’amica Monica (l’amica-befana per antonomasia) mi striglia.
– Com’è che non aggiorni il blog? Batti la fiacca o senti il caldo?
Vorrei mettermi a cercare un’alternativa, ma le due opzioni sono sufficienti: sento il caldo! E mi piace un casino. Si può dire casino?
Terminologie oscene a parte, a me piace il caldo. Forse l’ho già scritto, ma – come dicevano i latini – Repetita sudant. E quindi sudiamo gaiamente all’arrivo dell’estate che si è intrufolata sotto le nostre camicie prima dell’ingresso ufficiale nel calendario.
Monica insiste:
– Con questo caldo io non farei nulla. Neppure George, se fosse qui, mi smuoverebbe dall’inedia.
Apriamo un dibattito su skype (io e Monica). Io le dico che, be’, magari se George si trovasse nei paraggi qualche reazione l’avremmo. Monica ci pensa (puntini grigi su Skype) e poi decide che sì: un George Clooney formato ghiacciolo potrebbe stuzzicare.
Delusi? Pensavate che riaprissi le porte ai post per parlare del tempo o di un divo hollywoodiano dal pelo grigio? No. Ho riaperto il blog per parlare di cose serie: la decisione della Grecia di non uscire dall’euro, Ballottelli (chissà se si scrive con tante doppie), Cassano e la Fornero alle prese con gli esodati. Ho riaperto il blog con l’intento di farne un editoriale socio-politico-economico di indubbia valenza probatoria.
Solo che poi mi ha telefonato Alessandro (Battistin). E mi ha detto che il gatto Tigro (che gli avevo regalato un anno fa per il suo compleanno) è diventato papà. Mi ha detto che il figlio di Tigro è taleequale a lui (al gatto Tigro, non ad Alessandro). Mi ha detto che "fa l’asta", che cerca la madre quando vuole essere allattato, che dorme tranquillo e esplora i paraggi con la cautela del caso. Mi ha detto che è un gattino che cresce senza traumi. "Ed è importante – ha aggiunto – che un gatto cresca senza traumi, perché la serenità vissuta nell’infanzia diventerà allegria e forza e autonomia e condivisione in età adulta."
Alessandro (Battistin) che nella sua vita ha fatto l’architetto, il preside, lo scultore, al telefono mi ha tenuto una lezione di pedagogia felina. Tutta da ascoltare, sia chiaro. Solo che poi, la lezione, ha vuto un epilogo interrogativo.
– Non è che adotteresti il figlio di Tigro?
Ecco. Questa sì che è una domanda pertinente. Adotterei un gatto-che-cresce-senza-traumi?
Voi lo fareste?
Detto in soldoni: voi vorreste un gatto?
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