Acqua e cielo. Anzi volo (Ryan Air)
Tutto bene?
Caldo cosmico, eh?
Inutile ricordarvi che a me il caldo piace un Lucifero. A me il caldo cosmico piace un anticiclone africano, tanto per non essere blasfema on the contrary.
Fatto sta che più fa caldo più si beve. E l’acqua rischia di essere oro nero. Cara come il carburante per il corpo. O per la vita, volendo dirla tutta.
Vi racconto questa.
Ieri stavo su un volo Ryan Air da Brindisi (Aeroporto del Salento) per Treviso (Aeroporto Canova).
Prima di salire sull’aereo, dopo aver superato i controlli, io e altri passeggeri abbiamo cercato di prelevare una bottiglietta d’acqua dal distributore del gate n°2. Il distributore non aveva più bottigliette d’acqua. Dentro la panciona di vetro metteva in bella mostra solo lattine di Esta The. Io ho rinunciato a fare rifornimento. Se ho sete, io voglio acqua e non qualche stupida bibita.
Una volta saliti sull’aereo, una volta decollati, la Ryan Air – in maniera molto gentile – ha spiegato ai passeggeri che il volo sarebbe durato tot minuti, che le uscite di sicurezza erano quattro (o giù di lì), che il salvagente si trovava sotto il sedile, eccetera. Ha pure spiegato che nel velivolo c’erano i migliori snak e panini "selezionati" e che c’era pure il prosecco (volendo brindare da Brinidisi). La vocina ha aggiunto che i prezzi delle consumazioni stavano sul catalogo.
L’offerta di smangiucchiamenti, profumi e gadget è stata ripetuta più volte, tanto che ho pensato – chiudendo gli occhi perché avevo un po’ di sonno – che se la Ryan Air avesse potuto (s)vendere anche il pilota, durante la svolazzata, l’avrebbe fatto volentieri. E molto gentilmente, è ovvio.
A un certo punto (fase rem da inaugurare) ha transitato accanto a me un’hostess. Il passeggero al mio fianco ha chiesto una bottiglietta d’acqua. L’hostess gliel’ha data. E gli ha fatto lo scontrino: tre euro. Ho continuato a tenere le palpebre chiuse. Non ho avvertito niente di strano in quello che stava accadendo. Ma poi è successo che il passeggero, accanto a me, ha bevuto l’acqua e ha cominiciato a brontolare.
Ha intercettato l’hostess.
– Scusi, signorina – ha detto – com’è che mezzo litro d’acqua costa 3 euro? Chi ha stabilito i prezzi?
L’hostess è stata gentile.
– E’ stata la compagnia. Non sono io che stabilisco le tariffe.
– Glielo chiedo – ha proseguito il passeggero – perché mi pare che il costo sia eccessivo. Tra l’altro avrei voluto acquistare l’acqua all’aeroporto, pima di salire sull’aereo, ma non ho potuto farlo perché il distributore ne era sfronito.
– Non posso aiutarla – ha spiegato l’hostess – ma credo che lei possa scrivere un reclamo alla Ryan Air appena sarà atterrato.
Il passeggero ha finito l’acqua. Io ho schiuso appena le palpebre. La polemica on air mi interessava meno del sonno da recuperare.
– Scusi!
Il passeggero, accanto a me, aveva intercettato una seconda hostess.
– Ho un quesito da sottoporle. Vorrei sapere perché su questo volo mezza bottiglia d’acqua costa tre euro.
La seconda hostess ha risposto pronta.
– Credo che il prezzo sia stato stabilito dalla compagnia. Prma di acquistare il prodotto lei ha potuto verificare il costo della consumazione.
La risposta non faceva una piega. E nemmeno una bollicina.
– Sì, lo so, – ha insistito il passeggero – quello che continuo a non capire è perché il costo dell’acqua sia decollato insieme all’aereo.
– Penso che anche a terra l’acqua costi così – gli ha risposto l’hostess -. In Inghilterra mezzo litro d’acqua costa circa due sterline.
– Qui non siamo in Inghilterra. – ha ribattutto il passeggero.
Immagino che l’hostess gli abbia sorriso e albbia alzato i tacchi. Ho cercato di prendere sonno. Niente da fare. Dopo pochi secondi sul corridorio dell’aereo è passato uno stuart. Il passeggero, accanto a me l’ha fermato.
– Scusi…ho già chiesto alle sue colleghe, ma la risposta non mi ha soddisfatto…Volevo sapere perché su questo volo mezzo litro d’acqua costa tre euro.
Lo stuart deve aver sorriso sorriso prima di rispondere.
– Costa tre euro perché la nostra acqua è la migliore.
A quel punto ho aperto gli occhi. Ho guardato la bottiglietta d’acqua da nezzo litro che il mio compagno di viaggio teneva tra le mani: era una San Benedetto qualunque. Una bottiglietta che nei distributori trovi a 30 o al massimo a 50 centesimi.
Vista in volo non era più appetibile che a terra. Ma la mia è una considerazione relativa, Salendo dalla superficie terrestre, probabilmente, salgono anche i prezzi. E’ una fortuna che io abbia potuto pagare il mio F4 all’Unicredit di uno sportello che si trovava solo a mezzo metro dall’asfalto. Sopra le nuvole chissà che salasso di imposta avrei trovato. E, per buttarla in favola, chissà che spread avrebbe avuto la borsa di Mary Poppins volando sopra Via dei Ciliegi. A bordo di un Ryanair.
Fa caldo, eh?