Aspettando Tonon
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Il comune di Vittorio Veneto che ospita quasi 30 mila persone e (malvolentieri, e temporaneamente) qualche decina di profughi è – a volte – particolarmente teatrale.
Le pièce (leggi: alcuni comunicati stampa) che mette in scena richiamano un genere di rappresentazione che personalmente trovo irresistibile: quello dell’assurdo.
Se Beckett vivesse ora tra queste colline secondo me bisserebbe il successo di Aspettando Godot con un’opera altrettanto preziosa: Aspettando Tonon.
D’accordo: il preambolo suona un po’ come un si alzi il sipario, ma ora inizia l’atto unico.
Quello di stamattina. Quello che vede il comune di Vittorio Veneto (il mio, ndr per i non-concittadini) scrivere che ieri sera il sindaco Tonon e il suo vice e altri sindaci della zona sono andati a cena, alle Macine (il cs è così ben fatto che c’è pure il nome del ristorante), insieme a Roberto Reggi, che è il direttore dell’Agenzia del Demanio.
Voi direte: dov’è la notizia? il comune si prende la briga di redigere un comunicato stampa (con foto allegata) per informare i vittoriesi che c’è stata una cena?
Calma.
Siete impazienti: aspettate il colpo di scena.
Questo (cioè la motivazione della cena) arriva con un virgolettato, che è la battuta clou dell’attore protagonista (Roberto Tonon):
"Un incontro conviviale in un clima gioviale, ma molto importante politicamente perché ci ha permesso di sottoporre a Roberto Raggi alcune problematiche dei nostri Comuni. Ne ha preso buona nota, garantendoci il suo personale interessamento."
Applausi a scena chiusa. E un dubbio dietro le quinte: chi ha pagato la cena? si è fatto alla romana o alla vittoriese? e, se si è fatto alla vittoriese, com’è andata?