Buon Dantedì! #leggodante. Fatelo anche voi
25 marzo: è il #dantedì. Perché il 25 marzo è stato individuato come il giorno di inizio del viaggio ultraterreno del pellegrino Dante.
Vi regalo due terzine che sembrano anticipare il modo in cui probabilmente usciremo di casa dopo la pandemia, e l’immunità di …gregge.
Come le pecorelle escon del chiuso
a una, a due, a tre, e l’altre stanno
timidette atterrando l’occhio e ‘l muso;
e ciò che fa la prima, e l’altre fanno,
addossandosi a lei, s’ella s’arresta,
semplici e quete, e lo ’mperché non sanno.
Nel link la magistrale lettura del canto XXIII, su Conte Ugolino, da parte di Mario Ballotta, con la musica di Stefano Maso.
po pò
Dante ha rappresentato l’inferno dei cattivi ma disguali in vari cerchi. Negli ospedali i vecchi sono stati divisi dagli altri e messi in geriatria. Noi ci poniamo il problema di dividere i vecchi dai giovani causa il coronavirus che poi non significa distanza sociale ma pericoli maggiori. Ci pare cinica l’affermazione del ministro israeliano Benet. Ma dimentichiamo che la visione della morte dei nostri cari è diversa. Loro l’hanno già vissuta e provata sulla loro pelle, figli strappati dalle mani dei genitori nei campi di sterminio e genitori strappati dai figli. Noi, bene che vada, piangiamo i nostri morti per qualche mese e c’è chi, per volontà del defunto, dopo il funerale mangiano e bevono. Altri hanno cantano prima durante e dopo, nei campi di cotone. Vivere, stare insieme e piangere è diventato più difficile.
pi pi
Visto che Cecchini ha postato lo stesso articolo in due differenti articoli della blogger, segno che vuole imporre quella cultura, sono andato a vedere chi è Samago (Wikipedia)
Però prima vediamo la finale del post cecchiniano “…José Saramago ritiene, quindi legittimo, politicamente sensato e corretto l’uso politico della violenza” neanche disobbedienza come valore rivoluzionario ma violenza. Ecco, dopo i tanti articolo postati dallo stesso si comprende come la pensi le sue fonti e la sua cultura.
La presa di posizione contro Israele
Nel commentare il conflitto israelo-palestinese, Saramago aveva affermato riguardo agli ebrei:
«Vivere nell’ombra dell’olocausto ed aspettarsi di essere perdonati di ogni cosa che fanno, a motivo della loro sofferenza passata, mi sembra un eccesso di pretese. Evidentemente non hanno imparato molto dalla sofferenza dei loro genitori e dei loro nonni[9]»
(José Saramago)
«Quello che sta accadendo in Palestina è un crimine che possiamo paragonare agli orrori di Auschwitz»!!??
Iberismo
Saramago è stato un convinto sostenitore dell’iberismo (cioè la necessità di avere un’unica entità politica nella penisola iberica). A luglio 2007 in una lunga intervista al Diario de Noticias (di cui è stato vice direttore[13]) affermò che tra Spagna e Portogallo vi sarebbe stata una naturale integrazione che avrebbe portato ad una futura unità.[14] In una sua opera, La zattera di pietra, lo scrittore immagina una separazione fisica della penisola dal resto d’Europa.
La polemica sulle vignette anti-islamiche. «Quello che mi ha davvero spiazzato è l’irresponsabilità dell’autore o degli autori di quei disegni. Alcuni ritengono che la libertà di espressione sia un diritto assoluto. Ma la cruda realtà impone dei limiti».
Ecco, per gli amici “ la cruda realtà impone limiti” Per gli altri no.
Il 25 marzo cadrebbe pure (ma chi mai se lo ricorda?) la comnemorazione della tratta transatlantica degli schiavi. Durò circa 4 secoli, riguardò 10-15 milioni di africani, ne ammazzò durante il solo bestiale viaggio 2-4 milioni. Ma son cifre prudenziali. Si parla (ma quanto poco se ne parla!) di “olocausto nero”. Già, malediciamo il virus; ma quante volte il virus siamo stati noi Sapiens?