Cara Stefy
Quanto sono fiera di mia figlia?
Uhm…in chilometri, once, ettolitri, ere, tonnellate, onde gravitazionali o palpiti del cuore? E' troppo difficile quantificare, con misure spazio-temporali, i sentimenti.
I sentimenti, in genere, esplodono con onde emozionali incommensurabili.
Ma, anche senza il quanto, posso cercare di dire il che cosa. Che cosa mi porta, oltre ad amarla smisuratamente (appunto), a essere fierissima di mia figlia Stefania.
E' buona (non buonista), è generosa, è sensibile, è intelligente, è creativa, è ironica-divertente-spiritosamente arguta. E' bella, anzi bellissima (secondo criteri-parametri accettabili oltre l'universo del cuore di mamma). E' curiosa, è fuori dagli schemi, è vivace. Scrive benissimo (dopo Guia Soncini e Vittorio Zucconi, è lei la giornalista che leggo con più piacere). E' tosta e tonica (anche perché va in in palestra, corre, "lascia a piedi" l'auto o l'ascensore e scarpina volentieri ovunque. E' brillante. E' disordinata, ma bofonchia di fronte al mio disordine (ci si riflette troppo, evidentemente). E' a volte imprevedibile. Ama leggere, ama il buon cinema e il sushi. E' onesta, fedele (le sue amiche sono amiche storiche). E' meteoropatica, ma solo un po'. Infaticabile e illuminata.
La questione che ha preso a cuore in questi ultimi anni è (anche, soprattutto) legata alla condizione dei profughi, dei migranti, dei ragazzi che arrivano da lontano, quando per fortuna arrivano. E' a loro, ai giovani che incontra anche qui, sulle strade della sua/nostra/loro città, che va il suo pensiero costante. E' spesso per loro che scrive, che smuove l'attenzione, che commuove, che si muove. La scorsa estate, con Amnesty International, è stata a Lampedusa: lo scoglio per antonomiasia, la frontiera-speranza, che troppo spesso diventa una lapide blu.
E ieri ha portato uno di questi ragazzi sfortunati/o più fortunati di altri a vedere la neve, in Cansiglio. Perché lui la neve non l'aveva mai vista!
E io ho visto la foto, postata su Facebook e mi si è allargato il cuore, e ho sorriso. E ho pensato: ora lo scrivo, lo urlo, lo posto pubblicamente. Scrivo, urlo posto che sono fiera di mia figlia Stefania. E anche se so che se la prenderà un sacco per questo mio plateale atto d'affetto (è pure discreta, la Stefy), ho intenzione di ignorare le sue "recriminazioni".
Ogni tanto è bello condividere un bel sentimento. Mi correggo: è bello sempre, e sempre andrebbe fatto.
Ah! Un appunto per Corvo Rosso o – chi era l'altro? – Pokerman: in questo blog (che si intitola Bolg e chiacchiere, perché mi sono autoconcessa la libertà di spaziare dall'amplesso delle cicale alla piazza-bella-piazza di Meschio) valgono i diritti imprescrittibili del lettore (cit. Pennac, Come un romanzo).
Il post si può leggere, non leggere; si possono saltare le righe o rileggerle (mi capita di fare un sacco di refusi, lo so); si può commentare; si può ignorare o pensare che sia un'emerita raccolta di facezie. Però se Corvo Rosso o Pokerman sono arrivati fin qui, be', allora mi adorano!