Casatèa e Crimea
Già pranzato?
Ve lo chiedo perché sono le 14.17 quando apro questo post e – scrivendo – mi viene la curiosità di sapere se i miei due lettori e mezzo (il mezzo-lettore-coniglio James non si perde una puntata del mio blog) abbiano già sgombrato il posto a tavola.
Vi chiederei anche cos'avete mangiato, ma nell'impossibilità di avere una risposta diretta, glisso (che non è una sorta di ruttino poco bon ton, sia chiaro).
Vi chiederei (se non fossi appesantita io stessa da un'amatriciana coi piselli) che ne pensate dell'indipendenza.
Perché questa parola (indipendenza) sembra il motore di quanto sta succedendo in queste ore. A latitudini variegate.
A quanto ho recepito, tra una forchettata e l'altra, in queste trame di storia condivisa, due sono le regioni che chiedono l'indipendenza, cioè la libertà di svincolarsi da ogni autorità (nel novero, metterei anche mio figlio Umbi che chiede l'indipendenza da sua madre, ma mio figlio non è una regione, quindi mi sa che non ci azzecca).
Da una parte c'è la Crimea, dove pare che – in seguito a un referendum – l'87 per cento della popolazione abbia votato il divorzio dall'Ucraina; dall'altra c'è il Veneto. Che sta votando il divorzio dall'Italia.
Da domenica, in Veneto, è infatti in corso un referendum per l'indipendenza della regione. E a quanto risulta da fonti vicine al patrocinio referendario, 700mila persone avrebbero già partecipato alla votazione.
I risultati della consultazione si conosceranno solo entro venerdì, ma intanto qualche riflessione è consentita.
Per esempio queste:
- Il Veneto, come la Crimea, chiede di non essere soggetto a uno stato che non riconosce. Chiede di potere gestire i propri schei (in Crimea li chiamano in altro modo, ma non so quale); di poter disporre delle proprie risorse e di poter avere un proprio governo;
- il Veneto, come la Crimea, chiede di poter parlare una lingua non ucraina (cioè: ops! non italiana) , bensì un dialetto che è un po' diverso tra Chioggia e Lentiai, ma insomma forse i se capisse;
- il Veneto, come la Crimea, chiede…be', insomma…non sono particolarmente informata sui fatti, ma Qualcosa chiede.
Le analogie tra Crimea e Veneto comunque e dunque esistono.
E mentre Putin, in attesa che la Duma (attenzione! non è una delle ex olgettine di Berlusconi) si esprima sull'annessione di quella penisolotta tanto strategica, ha già firmato un documento in cui la Crimea risulta stato sovrano, Renzi non si è mosso.
Ve be' che Renzi è appena uscito dagli Esami di Maturità con la Merkel (dove ha preso ottimi voti e persino il "mi piace"), ma insomma – dopo il riposino – potrebbe pure twittare qualcosa sul Veneto indipendentista.
Perché settecentomila persone in attesa di sapere a che cavolo di stato appartengono non sono una pulce, una zecca, una nota bemolle sullo spartito di Google map.
Sono persone che devo decidere se la Casatea (casatella, per gli stranieri) possa essere considerata piatto tipico o se la voce idiomatica "che bae, fioi" possa entrare – un giorno – nell'inno nazionale (come espressione taumaturgica-identitaria, tesa a sollecitare una reazione catartico-verbale alla fatica del vivere. Qui e lì.)