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[Home Altro Caso o volontà?]
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[ 05/12/2010 di Emanuela Da Ros 0 Commenti ]

Caso o volontà?

E’ in terza o in quarta – sul Menarè – mia figlia Stefy quando mi chiede:

– Ma secondo te noi siamo stati creati con una precisa volontà o siamo il risultato di una pura serie di coincidenze? il frutto di un’imprevedibile casualità?

Io le sto seduta accanto. Sedile passeggero. Sono le due e mezza, il cielo grigio-tapiro promette nevischio misto a tristezza e i platani sembrano dirti Siamo scheletrici ma evitaci lo stesso.

Mi giro leggermente verso mia figlia: ha i capelli lunghi, sciolti, il baschetto grigio, il nasino topino (una meraviglia, vi assicuro) che aggetta appena, un tot di fondotinta che non sta mai male e le ciglialunghe divinamente arcuate (devo farmi insegnare a mettere il mascara!).

– Perché mi fai la domanda dei secoli dei secoli? Non possiamo parlare del tempo, dei regali di Natale o dell’ultimo film di Depp?

Mia figlia mi sorride con lo sguardo-superiore. E poi si mettere a ridere. A ridere davvero.

– Dai! perché non mi dici la tua?  – insiste.

Attimi di silenzio. Mia figlia distoglie gli occhi dalla strada. Di tanto in tanto. E mi fissa.

– Ci sto pensando – le dico a un certo punto (o chilometro). – Lasciami il tempo di pensare!

Altri attimi. Altri sbatacchiamenti delle ciglia. I platini sonnecchiano, il cielo miagola. Io parlo (finalmente), cioè balbetto.

– Credo che il mondo, l’universo, la natura, noi siamo il risultato di una serie di circostanze casuali ma dettate da un’intelligenza superiore. Insomma, oltre il caso, alla base della creazione penso ci sia la volontà del creare. Altrimenti tutto questo, noi stessi non avremmo senso.

Il resto della conversazione – dall’incrocio dei Gai al centro città di Conegliano – prosegue dentro un barattolo di parole che sembra un concentrato esistenziale, l’ingrediente fondamentale del brodino cosmico. Poi mia figlia parcheggia, scende dall’auto, prende i bagagli. La aspetta (si fa per dire) il treno. E quando -prima di salutarla – le chiedo perché perché perché in questo pomeriggio freddissimo di dicembre le sia proprio capitata in testa una questione così marginale, lei chiude porta e discorso:

– E’ troppo lungo da spiegare, in questo momento.

Baci.

 

Stefania De Bastiani
Giornata strana
Smalto e fiducia color fango

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