Censuriamo Facebook
All’indice facebook!
Massì, via! Cos’è questa cosa troppo-democratica che permette a chiunque – poveraccio/ricco, bianco/rosso, brutto/strafigo, simpatico/noioso come il mal di pancia – di scrivere tutto quello che vuole; di contattare gli amici (veri e virtuali e potenziali), di commentare ciò che dicono, balbettano, urlano, fotografano, canticchiano; di dichiarare le proprie simpatie e antipatie senza celarsi dietro uno stupido nickname? Cos’è questo facebook, esploso come un bubbone di relazioni mediatiche in un mondo già troppo ciarliero di suo? castighiamolo un po’ ‘sto facebook. Visto che piace troppo, che lievita come la pizza Margherita quella soffice, che fa proseliti a destra e a sinistra e li mette persino d’accordo, Imbavagliamolo un po’ ‘sto facebook. Controlliamolo, passamolo al setaccio, costringiamolo a stare dentro la palizzata delle ideine per benino, quelle che sanno di panna spray-e-latte in polvere e-in-definitiva-di-nulla. Mettiamo alla gogna facebook e lasciamolo usare solo a chi dovere: alle istituzioni, agli enti-preposti, a chi ha davvero qualcosa di importante da dire e non al primo che passa per la rete. Via, via, via la zavorra del pubblico scrivente. Non si stava bene quando c’era solo la tivù? tutti sul divano a guardare-e-basta. Neanche a ciacolar se no il vicino brontolava. Poi è arrivato internet, è arrivata la comunicazione on-line che permette di …COMMENTARE…di dire la propria (e persino quella di un altro) e poi è arrivato questo facebook che – dai – non è possibile fa un male bestiale alla società con tutta questa socializzazione che offre. Cazzus (cfr: Machiavelli, lettere a Guicciardini, classici Bur, n° 202).
Sto dando di matto? be’, un po’ sì. In questo modo (dando-di-matto) mi illudo di rientrare nel gruppo che fa tendenza e, purtoppo, politica nel nostro paese. Ho appena letto sull’Espresso (ma già la rete pullulava di allarmi) che l’ultima ossessione dei politici italiani è "regolamentare internet". Che l’introduzione nel decreto sicurezza dell’emendamento D’Alia porterebbe presto alla chiusura di Facebook e YouTube. Che Gabriella Carlucci-labbra-e-tette probabili come la neve in Arabia, e Marianna Madia-non-so-chi-sia hanno presentato interrogazioni per una maggiore vigilanza su siti e su fb. Ben po. Il bello (no massa) della faccenda è che l’una, la Carluccia, è del Pdl; l’altra, la Madia, è del Pd. Maggioranza e Opposizione hanno dunque trovato un accordo: nella censura.
E’ possibile? Oibò. Noi spiriti webpseudoliberi che ci siamo illusi che Il Tribunale dell’Inquisizione, la Congregazione dell’Indice e tutti quei preziosi strumenti che dal sedicesimo secolo in poi (per l’Inquisizione bisogna andare anche più indietro) funzionassero come la mia Punto quando accelero (al contrario) e che fossero stati messi nella discarica delle cose-peggiori-fatte-dall’uomo dobbiamo ricrederci.
I politici di destra e di manca non hanno altro da pensare in questo momento che a censurare (ops! regolamentare) siti, web, fb etc. D’altronde hanno già risolto tutti gli altri problemi minori (analfabetizzazione di ritorno pauroso, occupazione, melting pot, violenze, stupri, diritto alla morte) ora dovranno pure darsi da fare per toglierci un po’ di eccessiva libertà di comunicazione, no?
Cazzus (per i riferimenti letterari rinascimentali, vedi sopra).