Ciao Eluana, 17 anni fa
Ciao Eluana, 17 anni fa.
Ho paura, mentre scrivo queste parole sottovoce, che esse facciano troppo rumore. Un chiasso assordante. Un baccano inutile. Un putiferio volgare. Ho paura, mentre aggiungo parole alle parole, di fare male. Ma ho il timore persino di tacere. Di fingere di non sapere ciò che è stato fatto a Eluana. A quello che restava di lei.
Non sappiamo niente di Eluana noi che leggiamo il suo volto, ritratto troppo tempo fa.
Non sappiamo che voce aveva, che vita sognava. Sappiamo di lei ciò che di lei aveva detto il papà. Quello che l’ha amata davvero. Quello che l’ha amata di più. Oltre la vita. Oltre la morte, avvenuta 17 anni fa.
La poetessa Antonia Pozzi scriveva che l’immensità della morte è una catarsi della vita. Non so se questo verso avrebbe detto qualcosa a Eluana, 17 anni fa. So che oggi dice qualcosa a me. La poesia ha parole che non fanno chiasso: sussurrano.
Dovremmo imparare a parlare dalla poesia.