Dieci domande al mio fornaio
– Quattro polentine e dieci domande.
– Come scusi?
– Quattro polentine e 10 domande.
– …
Ora, io non so se il vostro fornaio sia uno gnorri come il mio. Il mio finge di non capire. Ogni giorno, da diversi giorni a questa parte, io busso più volte. Cioè: quando vado a comperare il pane, sottopongo al mio fornaio-di-fiducia dieci domande sperando che lui mi risponda (visto che Papi non lo fa). Ma lui, il fornaio, finge di non capire. Mi dà le 4 polentine e poi, girato l’angolo, si picchietta il dito indice sulla tempia. Cioè fa capire al garzone infarinato che "la matta è tornata". La matta sarei io.
Ma io non demordo. Credo di aver diritto di avere le risposte che cerco. In fondo che sono dieci domande?
Le (ri)propongo al fornaio (e ai miei lettori) sperando di avere una risposta prima che i fornai esteri si approprino dei miei quesiti e li stampiglino sui sacchetti del pane in tutte le lingue del mondo compreso il tibetano.
Ecco i quesiti aperti:
1. Signor fornaio, come e quando ha infornato la sua prima michetta?
2. Nel corso della cottura quante volte ha aperto il forno e con che pensiero?
3. Come descriverebbe la sua relazione con la farina 00?
4. Si è mai sorpreso a discutere di politica con una baguette?
5. Secondo lei il montasù è di destra o di sinistra?
6. La lievitazione naturale va ancora di moda?
7. Lei si occupa delle michette con la stessa attenzione che riserva agli altri tipi di pane?
8. Come definirebbe il "pane arabo" dovendo ricorrere a un sinonimo?
9. Alcuni clienti dicono che il pane potrebbe essere sostituito dai grissini: che ne pensa?
10. Sua moglie dice che si sveglia all’alba. Per quale motivo?