E’ morto Viva
C’era una volta, cioé: fino a ieri, Viva Leroy Nash.
Viva era nato in America, nel 1915. Quando qui, nella vecchia Europa, ci si sparava addosso in quella che è passata alla storia come Grande Guerra o Prima guerra mondiale.
Viva Leroy la Grande Guerra non la conosceva, ma in Arizona, dove probabilmente viveva ai margini di una società altrettanto violenta, appena adolescente (neanche la barba gli era cresciuta) aveva ingaggiato una sua personale guerriglia col suo piccolo mondo: una battaglia fatta di rapine a mano armata, spari, fughe e omicidi. A 14 anni, Viva Leroy era stato beccato dalla polizia e messo in carcere.
Bene, direte. Questo bocia terribile aveva avuto quel che si meritava.
Cresciuto tra le sbarre, il ragazzino (bianco, no nero) , era divenuto un ragazzo, poi un uomo e poi un uomo libero dato che – dopo aver scontato la sua pena – era stato pure rilasciato. Il carcere, certo, doveva avergli fatto un bene dell’anima perché appena libero, Viva Leroy, che a ‘sto punto deve avere una trentina d’anni, fa l’unica cosa che ricorda di saper fare: rapina e uccide. Fa fuori un poliziotto e zac si becca altri 25 anni. Torna dietro le sbarre e, poiché in Arizona non perdonano, si piglia la condanna a morte. Mentre attende nel famoso-e-triste braccio della fine di esser fatto fuori da quel mondo nel quale forse dubitava di essere mai entrato, riesce a evadere. E appena è fuori, latitante, Viva leroy che fa? esatto: rapina e uccide. E viene ribeccato perché – insomma – è il suo destino di non farla proprio franca.
Torna in carcere e aspetta la morte. Nel frattempo il tempo passa. Viva Leroy compie 60 anni, poi, 70, poi 80, poi 90 …diventa cieco, mezzo sordo e del tutto insemenì (demenza senile, diagnosticano i medici), non si regge sulle gambe e viene parcheggiato su una sedia a rotelle.
A 94 anni è il più vecchio condannato a morte del mondo. E mentre è lì che, inconsapevolmente (non scordiamoci che ha perso ogni barlume di lucidità), aspetta di essere morto ammazzato, muore. Di morte naturale. Fine della storia. Della storia di Viva Leroy Nash, ottant’anni di vita e un istante di morte passati in carcere.