E-mozioni
"Le famiglie felici si somigliano tutte. Le infelici sono infelici ciascuna a modo suo".
Lev Tolstoj secondo me lo sapeva. Nel momento in cui ha deciso che questo doveva essere l’incipit di Anna Karenina si è reso conto di essere inciampato nella vera letteratura, che non fa da eco alla vita: la amplifica.
La famiglia felice che ho incontrato e fotografato e sbaciucchiato ieri è quella di mia zia Bruna.
La zia Bruna da qualche tempo legge i miei post. E quindi è probabile che – a sorpresa – leggerà di lei qui dentro.
La zia Bruna ieri ha festeggiato i suoi primi 50 anni di matrimonio. L’ha fatto con un vestito azzurro che la faceva sembrare bellissima (la zia Bruna è bellissima), con un boquet di rose bianche e quelle due fossette che sigillano il suo sorriso quasi perpetuo.
Secondo me, la zia Bruna è una persona felice. Lei, magari, vorrebbe smentirmi. Vorrebbe dirmi che ci sono momenti e situazioni e persone che la fanno piangere (ieri, al suo 50° anniversario di matrimonio, l’hanno commossa le note di Morricone). Vorrebbe dirmi che la felicità non è uno sciame. Che è fatta di tratti interrotti. E che lei, la zia, conosce anche le interruzioni.
Siccome la zia Bruna è una delle persone più loquaci che conosco, sono contenta (felice, per dirla tutta) che questo sia un blog. Che lei non possa intercalare il mio pensiero, puntualizzare le mie contro-argomentazioni. Al di là di quanto potrebbe dire, io so che la zia Bruna, pur con tutte le traversie del caso (il caso è quello esistenziale), nella vita è inciampata nella felicità. E che la sua è una famiglia felice anche se non assomiglia a nessun’altra famiglia felice, perchè – e questo Lev Tolstoj non lo voleva ammettere – anche la felicità è unica, per quanto condivisa.
Potrei anche chiudere qui. Garantire a me stessa che un post sulla felicità potrebbe essere grande come un confetto. Ma ho un piccolo nodo in gola. Che non si vuole (ancora) sciogliere.
Oltre alla zia Bruna, il mio blog, fino a qualche giorno fa, era letto e commentato da Franco Zambon.
Franco si è spento due giorni fa, dopo aver combattuto contro un male troppo tenace. Aveva 74 anni e abitava a Conegliano. Abitava vicinissimo a me, anche se io Franco non l’ho mai conosciuto di persona. Lui mi leggeva, mi commentava. Mi stava vicino pure tra una terapia e l’altra e mi regalava la sua felicità, fatta di comprensione, di ironia, di condivisione, di affetto, di amore e di amicizia. Insomma: di emozione. Vera com’è vera la vita. O la letteratura di Tolstoj.
Anche per Franco ho aperto oggi questo post. Anche per Franco ho voluto parlare di emozione e di felicità. Sono sicura – ma senza certezze, sia chiaro – che se Franco mi leggesse ora sorriderebbe. E io voglio rispondergli così: con il sorriso con le fossette che riesce solo alla zia Bruna.