E se Django fosse un Cacciatore di seggi?
Al cinema danno Django. Uno strepitoso film di Quentin Tarantino che racconta la storia (il plot scritto così è riduttivo, ma insomma) di due cacciatori di taglie.
Django, da noi, è uscito in coincidenza con l'apertura della campagna elettorale. Mentre sul grande schermo appaiono due pistoleri che non sbagliano un colpo, fuori dalle urne di casa nostra si tenta il colpo grosso: the House of Parliament. Detta così, la campagna elettorare sembra una rapina, ma insomma.
Quella che ci si trova di fronte, però, ha tutta l'aria dell'accaparramento di un bottino. Che Camera e Senato siano preziosi, dal punto di vista legislativo, non ci piove, ma che diventino un palo della cuccagna è un segnale: l'Italia è una fiera. Di quelle paesane, di quelle di una volta: dove sgomitando un po' (e divertendosi una somma) si può acciuffare qualcosa. Pure di alternativo a un salame.
Alla fiera elettorale ambientata a Vittorio Veneto e dintorni, lo spettacolo non manca. Nelle liste della Lega nord, in particolare, è interessante vedere chi sta salendo sulle spalle di chi. E notare come l'ultimo della lista, prima ancora del gong, abbia dato segni di cedimento. E abbia detto a se stesso (e agli altri): Ma chi me lo fa fare? Chi me lo fa fare di stare a terra mentre sarà solo chi è in cima alla filatrafila che toccherà la soppressa?
Gianangelo Bof, sindaco di Tarzo, amato nel suo paese tanto da aver ottenuto l'enplein di voti alle amministrative, in vista delle Politiche si è trovato sotto le gambe di una decina di candidati. Con una possibilità di vittoria pari allo zero. Il suo collega di partito Loris Da Ros, che a Cappella Maggiore era stato in lizza per il posto di primo cittadino, ottenendo un pugno di consensi, è invece stato piazzato in una posizione strategica: a un palmo di mano dal seggio, cioè dalla carega della Camera.
Bof se l'è presa tanto che si è defilato. Da Ros, ovviamente, no.
Che c'entra Django? Per il rotto della cuffia del candidato c'entra: fare il cacciatore di taglie, come Django, significa avere coraggio, determinazione, audacia, sprezzo della paura ma anche dignità. Fare il cacciatore di seggi significa (là dove non ci sono state le primarie, per lo meno) aspettare che il partito ti scelga, ti metta in posizione, ti faccia dai dai! In segno di incoraggiamento.
Poi c'è da dire che Django (ex schiavo nero) il cacciatore di taglie, nel film di Tarantino, lo fa per una nobile ragione: ritrovare la donna che ama e sottrarla alle sevizie della schiavitù. Il nostro candidato, in competizione intorno al palo della cuccagna, sarà sorretto dal desiderio appassionato di diventare un servitore del suo paese? di assoggettarsi a quell'inezia che è il bene della collettività? perché piuttosto che un palo della cuccagna, il parlamento – fino a prova politica contraria – resta un banco di prova: di abilità, onestà, correttenza, intelligenza, altruismo, lungimiranza. (To be continued)