Fini e le voci di corridoio
Ho visto (mi hanno fatto vedere) il video di Fini che – alle spalle di Berlusconi – parla di Berlusconi. Sussurando che, sì, il nostro Presidente del Consiglio avrà pure il consenso popolare, ma mica l’immunità…
Io, nella quaestio, non c’entro proprio. Non ci voglio entrare. Mi interessa relativamente.
Quello che mi solletica l’urgenza di un post, cioè di un dialogo con i miei quattro al quadrato (!) lettori è il modo, il tempo, il come il commento di Fini sia stato carpito.
Dietro le quinte, dietro le spalle, Gianfranco (chiamiamolo familiarmente così, visto che si è comportato come-tutti noi-o-quasi) ha sparlocchiato del "suo" presidente.
Comportamento scandoloso? macché! la stragrande maggioranza delle persone sparlocchia alle spalle della stragrande maggioranza delle persone.
Vorrei aggiungere: io esclusa.
Ma sarebbe un’aggiunta fallace e fasulla, probabilmente. E inutile. Il fatto che io, per natura, volontà, filosofia, abbia messo al bando Nostra Signora dell’Ipocrisia e che quando devo parlare bene o male di qualcuno o qualcosa – tendenzialmente – lo faccia apertamente, anzi piuttosto che "parlarne" bene o male ne scriva non ha rilevanza.
Ma so, per esperienza (pure di vittima) personale, che sparlocchaire alle spalle è costume diffuso.
Se lavorate in un ambiente dove esiste una "macchinetta del caffè" sapete che di fronte al suddetto "strumento di aggregazione" le chiacchiere si distribuiscono come i caffè macchiati e i tèalla pesca. Se le macchine del caffè avessero orecchie lancerebbero un fischio continuato. Di fronte alla macchinetta del caffè tutti parlano di tutto e di tuttti. E dicono cose, più o meno sussurrate o accennate, che poi di fronte all’interessato non avrebbero mai, mai, il coraggio (io la chiamerei lealtà) di ripetere.
E dunque: se Fini, pardon: Gianfranco, ha sparlocchiato di Berlusconi alle sue spalle, è comprensibile, naturale, pacifico.
Come mettere la chiavetta nel distributore, aspettare che scenda il bicchierino, il liquido, il cucchiaino a spatola e lo zucchero. Se vi piace lo zucchero nel caffè (a me no).
E mentre tutto questo accade (30 secondi del silenzio assordante di un distributore) lo spazio d’intorno dev’essere rimepito di chiacchiere. Per forza. Di chiacchiere fini….