George e le macerie
Tutta colpa dello skype di Monica.
Voglio dire: stamattina ero qui, di fronte al computer, soporifera al punto giusto quando Monica mi manda un messaggino: "Non sei all’Aquila? ma non lo sai che George è lì?"
Mi sono im-prov-vi-sa-men-te destata. George è…la parola magica. E’ meglio di un caffè forte-doppio. Ti fa prendere coscienza. Aprire gli occhi. Svegliarti dalla favola. Perdere il ruolo da protagonista di bella (sì, insomma) addormentata. E ra-zio-na-liz-za-re. Tutto il procedimento va letto in sillabe…
Comunque, a proposito di razionalizzazione, Monica (la mia collega adorabilmente befana) ha aggiunto che George lì, tra le macerie, non era solo. Aveva accanto la Carla (Bruni).
Grrrrr.
Brutale risveglio! "La Carla c’ha già il presidentone francese – ha detto Monique – che se ne fa di George? che lo lasci a noi, no?".
Esatto. Quindi questo post è – in realtà- un appello a Carlà: Lascia in pace George! Defilati. Va a sarkozzare sotto la tour Eiffel. Lasciaci tra le macerie con il nostro amore….