Il Parlamento come l’Omino bianco
Ho come il presentimento che ci sia qualcosa di sbagliato. Ma non so (bene) cosa. Quelle venti trenta volte boh in cui ho letto la Costituzione (parte seconda, Ordinamento dello Stato) ho sempre capito che i tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), che – secondo Montesquieu, no Totti o Eto – vanno disgiunti per forza in uno stato "democratico", nel nostro paese erano proprio divisi, separati in casa costituzionale. L’esecutivo spettava al Governo, il legislativo al Parlamento e il potere giudiziario alla Magistratura, con le poche eccezioni dei casi.
Bene. Oggi mi trovo a pensare di aver sempre capito storto il Diritto. Cioè, oggi pomeriggio, la commissione Affari costituzionali (il nome intriga, indubbiamente) ha votato un emendamento del relatore Carlo Vizzini al lodo Alfano in base al quale "i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare".
Insomma, da oggi il Parlamento può esercitare il potere giudiziario. Sostituirsi a un giudice e a una giuria e cancellare, cestinare, resettare tutte le marachelle o le cose bruttine che il presidente del Consiglio o il presidente della Repubblica abbiano fatto in Tutta La Loro Vita. Via, sciò la polvere sporca che può essersi depositata sul doppiopetto dei nostri due più alti presidenti: il Parlamento può togliere ogni macchia, come l’Omino bianco.
Non so ancora se la cosa (il bucato istituzionale) mi riempia di felicità repressa (come le casalinghe della pubblicità che sono sul punto di avere un orgasmo quando vanno in bianco) o mi deprima a morte (come chi si renda conto che del pensiero illuminista non è rimasta nemmeno la briciola di cortesia, che le battaglie per la democrazia sono finite dentro gli scatoloni, sotto le bancarelle di un disertato mercatino dell’usato). Mah, non so che effetto mi fa sapere che il Parlamento non solo legifera, ma candeggia.