Il tempo per piangere
Ieri ho chiesto a un manipolo di 14enni qual era stata l’ultima volta in cui avevano pianto.
Mi hanno guardata strani. E attenti. Volevano capire se gli stavo facendo una domanda seria o se li stavo prendendo per i boxer. Volevano capire (sopratutto) se mi sarebbe interessata la loro risposta. Se io volessi davvero sapere da loro qual era stata l’ultima volta in cui avevano pianto.
Perché – e non scherziamoci su – gli adolescenti pensano che l’universo adulto sia destinato a ignorare il loro mondo interiore. Che a noi grandi non ce ne freghi troppo di sapere se dentro, dentro il loro pancino piatto, il culo e l’ombelico al vento, la cintura borchiata e il finto tatuaggio, loro abbiano o no un’anima libera di "volarsi bene".
A me invece la loro anima interessa più delle loro All stars. Tutte le stelle che possono brillare nel loro cuore fanno un baffo a quelle dei loghi scintillanti sui tacchi.
I 14enni hanno visto, dal mio sguardo (un po’ triste,forse), che dicevo sul serio. Che chiedevo sul serio. Ma prima di rispondermi mi hanno lanciato un sasso. Ahi! Mi hanno domandato qual era stata la mia ultima volta. L’ultima volta in cui io avevo pianto io.
Gliel’ho detto, ovviamente. Se c’è una cosa che non sopporto è l’ipocrisia o il finto pudore. Per cui gli ho spiattellato, con una timidezza tutta da grande, occasione e motivo in cui avevo aperto i rubinetti del condotti lacrimali. Per la cronaca: non ho dovuto andare tanto indietro nel tempo (io mi commuovo anche di fronte a un’auto parcheggiata male).
La faccenda, straziante, lo ammetto, mi è tornata in mente apena quattro minuti fa. Quando ho pianto. Di nuovo (ognuno ha i suoi limiti). Ho pianto perché ho letto della morte di Sandra Mondaini.
E anche se a me la Sandra non è che mi facesse impazzire dal divertimento (a parte quando scalciava a letto, ovvio), mi ha sempre fatto una tenerezza infinita. Per i suoi enrormi occhaili scuri, per l’ironia e l’allegria che trasmetteva anche quando stava magari morendo dentro. Perché io sono convinta che lei, come tutti noi, sia morta più volte prima di morire davvero. Anche solo con i desideri, col cuore, con un sorriso forzato quanto il finto menefreghismo di un manipolo di 14enni. Che – a proposito – l’ultima volta che hanno pianto, l’hanno fatto…di nascosto.