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[ 21/05/2009 di Emanuela Da Ros 0 Commenti ]

In trincea

Sì, d’accordo: potrei parlare del tempo (meravigliosamente quasi-estivo), delle elezioni amministrative (decisamente prossime venture), di papi (ma l’ho già fatto e poi lo fa meglio Noemi), di Joyce o del potere antiossidante delle ciliege.

Invece parlo di trincee. Perché è un tema poco trattato. E che invece andrebbe approfondito. Quante volte siete stati in una trincea? magari una o nessuna (non credo che i miei due lettori abbiano partecipato a conflitti militari) ma scommetto una mousse alla fragola che ciascuno di voi si è trincerato almeno una volta nella vita. Dietro un silenzio, un segreto; dietro la rassegnazione, la rabbia, il mutismo, l’impossibilità di comunicare. Perché la trincea, sopratutto quella metaforica, è una parte indispensabile della nostra quotidiana guerra di posizione per la sopravvivenza.

Eppure ( Rodari, nella Grammatica della fantasia, suggeriva di rovesciare le situazioni per comprenderle meglio, o di ricorrere ai binomi fantastici…), eppure se pensassimo alla trincea non come a una postazione militare difensiva, ma come a uno dei luoghi dell’amore, non daremmo un contributo fondamentale alla comprensione dei fenomeni storici o sociologici? Sì, lo intuisco, state pensando che il caldo mi ha già dato alla testa. Invece no. Non ancora. Sto solo citano Novalis che diceva: "Le ipotesi sono reti: tu getti la rete e prima o poi qualcosa ci trovi".

Bene, se ipotizzassimo che le trincee avessero avuto come scopo quello di far incontrare degli amanti. Fossero state scavate (e decorate come delle alcove) per degli incontri appassionati, fossero state progettate dall’uomo per far trionfare il bene…non avremmo gettato una rete curiosa nel passato/ancora presente? Pensate alle trincee come luoghi d’amore dove gli unici colpi che si sentono sono quelli del piacere e dove uomini (e donne ovviamente) non languono, soffrono, temono, muoiono, ma amano. Amano soltanto, con tutti i sospiri e respiri del caso. L’ipotesi, dico, non sarebbe straordinaria? Se le trincee fossero state pensate non per difendersi dal nemico ma per incontrare l’amico/l’amante, il fratello, la storia non sarebbe stata tutta diversa? tutta un susseguirsi di piacere armato solo di piacere?

Ah (sospiro)! ora che ho gettato la rete (Novalis), che ho rovesciato la realtà a favore dell’immaginazione (Rodari), posso tornare a trincerarmi dietro il quotidiano assillo degli impegni (Kavafis). E magari darmi una mossa, visto che mi aspetta una giornata da urlo (Da Ros).

Il soldato in mutande
Papi'n twitter (cinguettiamo su papi)

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Emanuela Da Ros

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