Io tifo calcio
Ho appena deciso che il calcio mi piace.
Stasera (proprio ora!) è in corso la partita Inghilterra-Italia. E le strade sono deserte. Le strade sono tutte per me. Potrei circolare senza cinture di sicurezza, senza mettere fuori la freccia, senza dare la precedenza. Tanto non c’è nessuno in giro. Potrei anche strombazzare, ma è meglio di no. Qualcuno potrebbe pensare che sto clacksando in forma anticipatoria per la vittoria, e verrei presa per matta. O per una che disturba le telecronache.
Ma io non disturbo: respiro. Giro e rigiro per la città che è tutta per me. Gli altri, (quasi) tutti gli altri, sono allo stadio, sono sugli spalti-divano, sono incollati alla tivù. Fermi immobili, mentre io accelero, curvo, posteggio in divieto e riparto subito.
Nel campo-da-calcio deserto della mia città posso invadere la metà campo avversaria, superare la linea di mezzeria anche se è continua. Potrei anche passare col rosso, ma chi me lo fa fare? il verde arriva subito mentre è in corso la partita! Persino il semaforo dà via libera alla mia voglia di sentirmi libera e sola in una città che finalmente mi appartiene. Che meraviglia il campionato! Non avrei mai pensato che il calcio mi piacesse tanto. Peccato che una partita duri solo 90 minuti. Non si potrebbe andare sempre ai supplementari? far durare questi giochini per tre quattro ore? Non si potrebbero decuplicare le coppe? Aggiungere alla lista la Coppa Euro, la Coppa Sterlina, la Coppa dollaro, la Coppa fragola e stracciatella?
Facciamo una proposta di legge ad hoc: tre ore di campionato di calcio al giorno da svolgersi preferibilmente nelle ore di punta. O prima e dopo i pasti. O a digestione avvenuta. Insomma: il foglietto illustrativo lo farà Prandelli. A me basta che l’Italia giochi. Contro chi vuole. E che ogni tanto vinca, così posso strombazzare.