La decadenza di B e il fattore ansiogeno
Nuoce gravemente alla (mia) tranquillità.
Questa vicenda dell’espulsione (usiamo pure la terminologia calcistica, che è sempre efficace) di Silvio Papi Cesare Augusto Berlusconi dal Senato mi sta facendo accelerare i battiti, sbuffare come una vecchia locomotiva, perdere il sonnellino pomeridiano.
Per favore ditegli (al parlamento, al governo, alla commissione della commissione della commissione) di smetterla. Di smetterla di tenermi sulle spine.
Se Caio Silvio Papi Cesare Augusto Berlusconi si è macchiato (come hanno dimostrato ogni oltre ragionevole indagine, istruttoria, processo, appello, contrappello i giudici) di un reato grave, se la Costituzione (che, per i distratti, non è una showgirl in forza a Mediaset) prevede che chi si è macchiato di un reato non possa rappresentarci in Senato, se la Costituzione (quella di prima) stabilisce che sia l’assemblea a ostracizzare il tale in questione, per favore faccia il suo dovere.
Una buona volta.
Sono mesi che aspettiamo che Quelli che paghiamo (profumatamente che nemmeno Guerlain), Quelli che abbiamo eletto come nostri rappresentanti (non sono nemmeno andata al mare quella volta lì), Quelli che devono esibire il cartellino giallo (o rosso: non sono forte nella materia Calcio) facciano Quello che sono tenuti a fare.
Ma che aspettano?
Prima hanno sondato il regolamento in largo e in lungo, poi hanno dibattuto se fosse meglio non votare palesemente ma segretamente (come se votare fosse una vergogna: meglio farlo di nascosto o con la mano sotto la sabbia tipo struzzetto), poi hanno affidato a una commissione l’incarico di decidere quando votare, poi…poi non mi ricordo che altro è successo (anche perché il fiume di chiacchiere nel frattempo mi ha investito che mi sono sentita persino un po’ bagnata, volevo dire: indignata) e ora? Ora pare che la data per votare questa benedetta esplosione (volevo dire “espulsione”) sia stata fissata al 27 di novembre, cioè più o meno fra tre settimane.
Che ansia!
Nel frattempo, può succedere di tutto: che Ronaldo disegni e indossi un paio di mutande di lusso (un accessorio sicuramente pensato per i migranti di Lampedusa), che l’Alitalia sia acquistata da una compagnia aerea arabizzante, che Napolitano Sotto Pressione conceda a Caio Silvio Papi la Grazia (che non è una ventenne dai capelli decolorati), che Bruno Vespa pubblichi un libro con Mondadori Eri Rai in cui intervista Caio Silvio Cesare Papi Augusto Eccetera…
No: sto davvero dando di matto: non è mica già Natale!
Da quando Vespa pubblica un libro prima dell’accensione delle luminarie? Vespa pubblica solo quando il Bambin Gesù sta per nascere, quando la lista dei regali, alla voce “libro” ha i due punti (poi ci si aggiunge il titolo), quando a Che tempo Fa arrivano i Re Magi e Babbo Natale scende dal camino con la calzetta e le scarpe tutte rotte…
No: Qualcosa non quadra (e non è lo schermo della tivù)…
Per favore: decidete su quella faccenda della decadenza e ridatemi un po’ di equilibrio.