La famiglia e la neve
Eppure non vivo sull'isola subtropicale di Amami (senti che nome, ma chissà come si pronuncia in giapponese visto che l'isola appartiene a quell'arcipelago).
Non vivo su un'isola che non vedeva la neva da 115 anni e che oggi si è imbiancata.
Esordisco con quell'"eppure" così balordo, perché non trovo una congiunzione meno meteoro-logica.
Oggi nelle piazze italiche s'è "celebrato" l'arcobaleno delle relazioni, e la Boldrini ha detto sì alla stepchild adoption (che si può pronunciare sommariamente, ma non va confusa con un conservante dei biscotti). Credo sia stata una bella festa colorata (adoro l'arcobaleno, pure relazionale), e sulla stepchild adoption non mi pare si debba nemmeno discutere. Eppure.
Eppure il 30 gennaio nelle piazze si celebrerà pure il family day (pronuciato come meglio credete) per solennizzare il valore della famiglia-mulino-bianco (mamma bionda, papà gran figo possibilmente attore hispanico/hollywoodiano, bambino biondo, bambina quasi bionda, merendina bionda, latte bianco).
D'accordo che siamo a Carnevale, ma un tot di nostalgia per Colombina, Pantalon de' Bisognosi e Arlecchino viene spontaneo. Perché queste commedie dei tali contro i tali non è che facciano proprio divertire. E alla fine – uscendo dal teatro – uno si chiede perché la libertà debba sempre essere un coriandolo da conquistare.
In America, per complicità a quanto è avvenuto e avverrà da noi, è caduta un sacco di neve. Un "sacco" inteso come sineddoche. In Giappone pure. In Alasca, la questione "famiglia" ha suscitato una scossa di terremoto di magnitudo 7. Ripeto: 7 (che è un voto pazzesco per un terremoto).
Comunque domani è (appena) lunedì: c'è pure il mercato (in centro e parte di Serravalle).
Possiamo andarci con la moglie, il marito dell'altra, il compagno di classe, la fidanzata della figlia, il fidanzato della zia, il cane, il gatto al guinzaglio, o un coniglio. Ammesso che.
Ammesso che voglia venirci.
Buona settimana!